Cambia il tessuto sociale di una delle regioni più produttive del Paese. Cambiano quindi il suo sviluppo economico, i servizi richiesti, la sua demografia. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Unioncamere.
L’Emilia-Romagna ha chiuso il 2024 con una crescita del Pil dello 0,6%. Si tratta di un incremento di poco superiore a quanto registrato in ambito nazionale. In flessione invece le esportazioni: -2,2%. Un calo che ha contribuito alla frenata del comparto industriale: -1,4%. A dirlo, durante la commissione Politiche economiche presieduta da Luca Quintavalla, è stato il vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli. Per il 2025 è atteso un aumento del Pil analogo a quello del 2024, con il proseguire di una dinamica positiva di occupazione e del settore terziario.
Emilia-Romagna: un modello di sviluppo basato su persone e relazioni
Ma i numeri e le riflessioni di Caselli hanno prefigurato scenari socio-economici futuri, abbozzando i cambiamenti che caratterizzeranno l’Emilia-Romagna davanti alle sfide connesse alla trasformazione digitale, demografica e ambientale. Caselli ha immaginato l’Emilia-Romagna dei prossimi anni come ‘officina generativa di relazioni’, dove il termine officina rimanda alla tradizione manifatturiera e alla capacità di far convivere l’intelligenza artigiana della creatività e del saper fare con quella artificiale. La parola “generativa” evoca un’economia circolare che non si esaurisce con il riuso delle materie ma amplia la visione alla rigenerazione delle relazioni tra persone, imprese, Istituzioni. Le relazioni ci ricordano che al centro del modello di sviluppo ci sono le persone, le imprese, la comunità. E solo attraverso la loro valorizzazione si possono riannodare i fili che legano la crescita economica alla coesione sociale.
La nuova domanda: dalla ricerca degli asilo nido a quella del caregiver
La relazione segnala anche chiari problemi nel reperimento di personale specializzato, salari troppo bassi (anche se più alti della media italiana) in calo sia come valore assoluto e come potete d’acquisto, una forte disparità salariale tra uomini e donne con queste ultime che a parità di lavoro hanno salari del 20% inferiori rispetto a quelli dei colleghi maschi. Tra i lavoratori sta crescendo anche la richiesta di Welfare aziendale con qualche cambiamento rispetto al passato: se un tempo si cercava l’asilo nido aziendale per i figli, ora i lavoratori aspirano ad avere un caregiver aziendale per i genitori anziani.
Emilia-Romagna, sempre meno bambini, sempre più anziani
Tra i singoli settori in crescita Unioncamere indica il turismo, con Bologna in forte affermazione grazie soprattutto al turismo. E il futuro? In Emilia Romagna – ha ricordato Caselli – ci saranno oltre 100.000 emiliano-romagnoli in più, ma ci saranno molti meno bambini e molti più anziani.
“Bisogna studiare bene i trend dell’export perché l’Emilia-Romagna può avere un ruolo nel contrasto del disequilibrio territoriale e non solo a livello nazionale”, è la sintesi dell’intervento di Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle), mentre Maria Costi (Pd) ha invitato ad affrontare il tema delle diseguaglianze generazionali e di genere.
“Occorre grande attenzione al tema dell’economia sociale e capire più in generale cosa capiterà all’economia quando verrà meno il sostegno del Pnrr”, spiega il presidente Quintavalla. Luca Sabattini (Pd) ha ringraziato le Camere di commercio per il supporto che danno alle Istituzioni, mentre Carla Ludovica Ferrari (Pd) ha invitato ad affrontare il tema dell’invecchiamento della popolazione e del calo demografico. Annalisa Arletti (FdI) ha ricordato come dopo la pandemia da Coronavirus ci sia stata una grande riscoperta delle visioni identitarie e una riscoperta della creatività rispetto alla robotica.
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