Siamo italiani, un popolo “particolare”. Siamo fieri quando viene promulgata una buona normativa, ma in certi casi lo siamo anche quando “fatta la legge, trovato l’inganno”. Quando, ad esempio, la scrittura delle direttive è talmente complessa e astrusa da essere interpretabile in diverse maniere contrastanti o addirittura incomprensibili.
Il colibrì e la foresta in fiamme
Ricordate la favola del colibrì? La foresta brucia. Tutti gli animali scappano. Solo un colibrì continua a fare avanti e indietro dal vicino fiume alle fiamme portando ogni volta una goccia d’acqua nel minuscolo becco. «Cosa fai?» gli urla il leone in fuga. «Cerco di spegnere l’incendio.» «Sei così piccolo, non serve a nulla.» «Faccio solo il mio dovere», vola via l’uccellino. Nella nostra memoria termina qui, con l’esaltazione del rispetto dei propri compiti, del coraggio oltre la ragionevolezza, della forza di volontà dell’eroe solitario. Ma anche che con l’ineluttabilità degli alibi che si possono costruire: è evidente come il leone abbia ragione e che la ritirata sia l’unica opzione.
Ma forse abbiamo tagliato il finale alla fiaba solo per avere una scusante in tasca. Già, perché gli africani, che l’hanno inventata e tramandata, la facevano continuare. Un elefantino che ha assistito alla discussione protetto dalle zampe della madre utilizza la proboscide per aiutare il colibrì. Poi un giovane pellicano con il becco capiente e poi tutti i cuccioli ne seguono l’esempio, facendo vergognare gli adulti della loro diserzione pragmatica e spingendoli a domare le fiamme. Allora il leone chiama il piccolo colibrì e gli dice: «Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti, ma avere coraggio e generosità. Tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che insieme si può spegnere un grande incendio».
Incendi e siccità: l’emergenza idrica in Italia
In questa estate di incendi e di siccità sono parole che ci devono essere di stimolo e di monito. Ognuno di noi può fare qualcosa ed è fondamentale che lo faccia. Magari cominciando proprio da quella goccia d’acqua, così importante, così necessaria, così indispensabile alla vita. Dobbiamo iniziare a scandalizzarci dell’enorme spreco di acqua che facciamo: siamo i primi in Europa per consumo con circa 220 litri a persona al giorno. E dimenticare gli alibi, perché oggi il Pnrr afferma che la dispersione nella distribuzione di acqua per usi civili è del 41%, sfiorando il 50% al sud. Cifre indegne di un Paese civile: il dato della Germania è del 6,4%.
Emergenza idrica: cosa possiamo fare
Ritorniamo al colibrì e alle piccole azioni della quotidianità che ci porterebbero – insieme agli interventi strutturali sulla gestione e distribuzione delle acque, che devono essere effettuati ma hanno bisogno di investimenti e spese – a risparmiare importanti quantità di acqua. Persino ad abbassare la bolletta, che ci è così invisa perché siamo convinti che l’acqua è un bene comune irrinunciabile e perciò deve essere disponibile gratuitamente, nonostante tutti i costi associati al suo prelievo e al farla arrivare nelle nostre case.
La guida di Enea contro l’emergenza idrica
Per contrastare questo spreco seguiamo la Guida dell’Enea elaborata da pochi giorni. Ecco i punti proposti dai ricercatori dell’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente. La raccomandazione iniziale è di mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite, anche quelle occulte, specie del water, controllando regolarmente il contatore. Riparazioni spesso semplici, se attuate tempestivamente, potrebbero – il calcolo è ovviamente una media – farci risparmiare fino a oltre 30mila litri d’acqua l’anno. Poi chiudiamo sempre bene i rubinetti ed evitiamo che l’acqua scorra inutilmente, specie mentre laviamo i denti e le mani, facciamo la doccia e la barba (uno spreco da quasi 2500 litri a persona ogni 365 giorni) o quando scongeliamo gli alimenti (lasciamoli in una bacinella all’aria e risparmiamo sei litri al minuto).
Chiudiamo per sicurezza l’impianto quando partiamo per le vacanze o comunque in caso di periodi prolungati di mancato utilizzo. Raccogliamo l’acqua fredda non utilizzata quando attendiamo di ricevere quella calda, sia in bagno che in cucina. Per preparare gli alimenti o lavare la verdura usiamo le bacinelle anziché l’acqua corrente (il risparmio è di circa 4500 litri l’anno per una famiglia di tre persone) e riutilizziamo quell’acqua e anche quella di cottura della pasta per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare fiori e giardini quando non è salata. E in questo periodo, invece di far scorrere l’acqua in abbondanza per averla più fresca, teniamone sempre una bottiglia in frigorifero.
Tra elettrodomestici e dispositivi casalinghi
Utilizziamo lavastoviglie e lavatrici – meglio se di recente generazione, sia per i risparmi energetici che idrici – sempre a pieno carico per altri 2500 e più litri a persona salvati in un anno, rubinetti con sensori o con rompigetto aerato, dispositivo da poco più di un euro, che riducono il flusso dell’acqua e hanno maggiore efficacia di lavaggio (2000 litri salvati in un anno), cassette di scarico a doppio tasto che permettono di utilizzare metà serbatoio quando non serve una pulizia importante, per risparmiare fino a 80 litri al giorno. Preferiamo la doccia per la quale servono una ventina di litri alla vasca da bagno, che ne utilizza fino a 150.
Risparmiare acqua outdoor
L’Enea aggiunge suggerimenti più sofisticati, come installare sistemi di raccolta per l’acqua piovana per usi non potabili (dal lavaggio della toilette a quello dell’auto, da fare con un secchio e non con l’acqua corrente per risparmiarne oltre 100 litri per volta) e per innaffiare oppure diversificare l’uso dell’acqua a seconda della sua qualità (potabile, piovana, grigia, nera), utilizzando per il suo riuso tecnologie o anche semplici accorgimenti, come servirsi dell’acqua del deumidificatore o del condizionatore per il ferro da stiro, cui allunga la vita essendo completamente priva di calcare. Ancora per il giardino utilizzare sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione, effettuare un’adeguata pacciamatura attorno alle piante per mantenere il più possibile l’acqua nel terreno, installare una vasca per la fitodepurazione e riutilizzare per annaffiare l’acqua tolta dalla vasca dei pesci, che è ricca di sostanze fertilizzanti. E poi coprire la superficie delle piscine con teli per evitare l’evaporazione, installare protezioni vegetali su tetti e giardini pensili, utilizzare pavimentazioni drenanti nelle superfici esterne agli edifici.
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