Erano gli ultimi anni dell’Ottocento e due fisici europei, James Maxwell e Heinrich Hertz, si stavano dedicando allo studio del magnetismo e delle onde elettromagnetiche, regalando al nostrano Guglielmo Marconi terreno fertile per lo sviluppo di un sistema di trasmissione senza fili. Non molti anni più tardi, infatti, nel 1901, la lettera S attraversò l’Atlantico segnando l’inizio del fenomeno che pochi anni più tardi avrebbe preso il nome di “radio”.
L’idea di diffondere contenuti sonori a grandi gruppi di persone, però, si concretizza negli Anni ’20 del Novecento quando la radio diventa effettivamente un mezzo di comunicazione di massa. In Gran Bretagna, in particolare, il servizio postale trasmette il primo servizio radiofonico della storia per due ore consecutive al giorno e in breve tempo la radio si diffonde anche negli Stati Uniti. Nel 1922, infatti, il Nuovo Continente conta ben 187 stazioni e un numero di ricevitori funzionanti che alla fine di quell’anno toccherà quota 750mila. Nello stesso anno prende vita anche l’emittente inglese BBC, la più antica radio del mondo ancora esistente.
Una storia iniziata più di un secolo fa che in Italia ha preso piede grazie all’Eiar prima e alla Rai poi, fino a raggiungere oggi più di 35 milioni di persone che quotidianamente ascoltano la radio. Questo è quanto evidenziano i dati pubblicati da TER (Tavolo Editori Radio) relativamente al primo semestre 2019. Uno strumento, insomma, a cui non siamo disposti a rinunciare e che proprio nel mese di febbraio ha festeggiato l’ottava giornata dedicata: l’Unesco, infatti, ha deciso di creare la Giornata Mondiale della Radio proprio per proteggere e salvaguardare la “nonna” di tutti i moderni sistemi di comunicazione.
Ma che uso ne fanno i senior? Secondo le statistiche, gli over 55 sarebbero circa il 32% dei radioascoltatori italiani e per la maggior parte si tratta di uomini. La radio, infatti, tiene compagnia agli ultracinquantenni per più di 3 ore e 21 minuti al giorno soprattutto se sono lavoratori dipendenti come impiegati, operai e commessi.
Non rinunciano alla musica e ai programmi radiofonici nemmeno i pensionati che, nella classifica degli ascoltatori più assidui, si piazzano al terzo posto. Sembra influire sugli ascolti anche l’area geografica, registrando picchi più alti a Nord Ovest della Penisola, al Sud e nelle Isole.
Tra i luoghi in cui si preferisce la compagnia della radio sembra che le donne over 64 prediligano l’ambiente domestico, mentre gli uomini ultracinquantenni ne usufruiscono soprattutto in macchina e negli spostamenti tra casa e lavoro. Va da sé che in cima alla classifica dei dispositivi più utilizzati si trova l’autoradio, seguita poi dagli apparecchi stereo e dalla tv, che sempre più spesso trasmette programmi radiofonici in diretta.
D’altronde, gli ascolti raggiunti dalle emittenti radiofoniche sono piuttosto alti se si tiene conto che RTL 102.5, al primo posto della classifica delle radio più ascoltate, raggiunge mediamente 7 milioni e mezzo di persone al giorno. Al secondo gradino si trova RDS, con due milioni in meno di persone, mentre al terzo posto si piazza Radio Deejay con poco distacco. Chiude la lista, al ventiquattresimo posto, Radio Margherita con circa 635mila utenti al giorno. Segna un record Virgin Radio, la stazione dedicata agli amanti del rock, che lo scorso anno ha avuto il più grande aumento di ascolti rispetto all’anno precedente, arrivando a 2 milioni e 800mila.
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