Non c’è bisogno che diventi un’abitudine quotidiana, ma schiacciare il pisolino pomeridiano una o due volte alla settimana può far bene al cuore. Chi si concede la “pennichella” occasionalmente, infatti, allontana il rischio di ictus e infarto. Lo ha dimostrato uno studio condotto in Svizzera su 3.500 adulti tra i 35 e i 75 anni di età i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Heart, il giornale della British Cardiovascular Society.
Tra il 2009 e il 2012 tutti i partecipanti hanno risposto a un questionario sulle abitudini pomeridiane. La loro salute è stata monitorata ogni 5 anni fino al 2017. Mettendo a confronto i dati è emerso che le persone che facevano la “siesta” una o due volte alla settimana avevano ridotto del 48% il rischio di infarto o di ictus. L’associazione restava valida dopo aver preso in considerazione gli altri fattori di rischio, come ipertensione, sovrappeso, diabete, ecc.
Attenzione, però: non è detto che “più si fa e meglio è”. Non è infatti stato osservato alcun vantaggio aggiuntivo procurato da riposini più frequenti. Neanche la durata della “pennica” sembrerebbe incidere sul rischio di eventi cardiovascolari. Da 10 minuti a un’ora non cambia nulla. Insomma, non c’è bisogno di esagerare: è sufficiente mezz’ora di relax dopo pranzo una tantum.
I risultati della ricerca sono in parte inaspettati, perché a prima vista contraddicono quelli di alcuni studi precedenti secondo i quali un eccessivo ricorso al sonnellino del primo pomeriggio è associato a un maggior rischio di disturbi cardiaci. La discrepanza sarebbe dovuta proprio alla frequenza delle sieste: le persone che dormono tutti i pomeriggi hanno maggiori probabilità di soffrire di malattie cardiache.
In questo caso però bisognerebbe scoprire se “viene prima l’uovo o la gallina”. Ovvero: i pisolini troppo frequenti aumentano il rischio di infarto, oppure le persone che sono più a rischio di infarto per altre ragioni (ipertensione, sovrappeso ecc..) dormono di più? Comunque sia, sembra che, come tutti i trattamenti, anche l’eventuale terapia della pennichella debba essere “assunta” nelle dosi giuste, né troppo, né troppo poco.
Non sappiamo se lo studio svizzero inciderà sulla nuova tendenza americana del cosiddetto “Power nap”, il risposino in ufficio che ricarica gli impiegati rendendoli più produttivi.
Alcune aziende, esperte nel rivoluzionare l’ambiente di lavoro come Google, mettono a disposizione comode poltrone per permettere ai dipendenti di schiacciare un sonnellino veloce durante l’orario di lavoro, quel tanto che serve per recuperare le energie e tornare produttivi più carichi di prima. Un “assaggio” di sonno che deve durare al massimo 30 minuti. Se si supera la soglia della mezz’ora si rischia di venire rapiti da Morfeo e trascinati nella fase profonda del sonno, con l’elevato rischio di risvegliarsi con le forze di uno zombie appena uscito dalla tomba.
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