“Usa il tuo voto. O gli altri decideranno per te”: è la campagna dell’Unione Europea che incoraggia i cittadini e le cittadine a votare. In un video nonni e nonne di diversi Paesi europei ricordano quando la democrazia non c’era. E ai nipoti dicono: “Proteggetela”
“Usa il tuo voto. O gli altri decideranno per te”: così l’Unione Europea incoraggia tutti i cittadini e tutte le cittadine a recarsi alle urne, dal 6 al 9 giugno, per compiere la propria scelta in merito alle elezioni europee. E lo fa con una campagna di comunicazione, appena lanciata in rete e sui social, i cui protagonisti sono nonni e nonne di tutta Europa. Sono loro a prendere la parola e testimoniare in un video, di fronte ai propri nipoti, il valore della democrazia e l’importanza di impegnarsi per difenderla e conservarla. Chi ha vissuto guerra, la dittatura, la persecuzione, la paura, la fuga dal proprio Paese, è infatti testimone vivente di quanto la libertà e la pace siano bene preziosi da tutelare, perché mai conquistati in modo definitivo.
“Nell’Unione europea oggi la democrazia può sembrarci scontata – si legge sulla pagina dedicata alle prossime elezioni – Ma non è sempre stato così. Fino a non molto tempo fa milioni di europei non potevano votare o parlare liberamente. Potevano rischiare la vita semplicemente perché erano diversi, perché avevano idee diverse o perché desideravano una vita diversa. La democrazia è un prezioso dono che ci è stato trasmesso dalle generazioni precedenti. La democrazia era la loro aspirazione e hanno combattuto per conquistarla. Ora spetta a noi mantenerla, rafforzarla e trasmetterla alle generazioni future. Il modo più efficace per farlo è votare, perché quante più persone votano, tanto più la democrazia si rafforza”.
Le voci delle nonne e dei nonni per le elezioni europee
Per questo, insieme alle indicazioni pratiche su come votare alle elezioni europee nei diversi Paesi, l’UE ha diffuso un video che raccoglie i volti e le voci di alcuni nonni e alcune nonne, che parlano nelle loro differenti lingue ai rispettivi nipoti, seduti di fronte a loro.
“Sai Robin, non dovrei essere qui oggi. Sarei dovuta morire il 17 giugno 1940”, racconta una nonna a suo nipote. Parla in francese e assicura che quel giorno non lo ha mai dimenticato: “Ci penso ogni mattina, ma non ne parlo. Avevo 11 anni quando è iniziata la guerra e 12 quando sono arrivati i soldati. Erano ovunque. Scesi le scale con il cesto della frutta in mano. E andai in giardino. Mia madre morì buttandosi su di me per proteggermi. Se hai 12 anni e vedi tua madre morire per proteggerti, non lo dimentichi”. E nei suoi occhi torna l’angoscia, la struggente nostalgia, quel dolore devastante che l’ha accompagnata per tutta la vita, da quel lontano 17 giugno di 84 anni fa.
Un’altra donna ricorda la rivoluzione di Praga, che è costata la vita a tante persone, soprattutto giovani, che chiedevano libertà e democrazia: “Il 17 novembre, quando tutto cominciò, ci fu una manifestazione studentesca. La polizia attaccò i manifestanti con la forza. In quel momento, iniziò la rivoluzione. Il 21 mi telefonarono per dirmi che l’esercito ci aveva occupati. Non credevamo fosse possibile. Fu uno shock”.
“A Timisoara tanti giovani furono fucilati davanti alla cattedrale”, racconta un’altra nonna, lo sguardo pieno di dolore, mentre recupera i ricordi di quei giorni.
“Mio padre fu mandato ad Auschwitz e fu ucciso lì”, racconta un nonno in lingua ebraica. “Mia madre mi diede via sapendo che forse non mi avrebbe più rivisto. Non avevo zii e zie, mi sembrava strano. Non avevo neanche i nonni. Tutti avevano i nonni. Io non avevo nessuno”.
La promessa dei nipoti: “Spetta a me, spetta a noi”
Non solo ricordi tristi, però, ma anche conquiste e speranze prendono forma nelle parole dei nonni. “Dopo aver conquistato l’indipendenza, la Lettonia divenne un Paese libero”, racconta uno di loro. “La gente fu libera di esprimere i propri pensieri sulla democrazia”.
E poi il messaggio che ciascuno dei nonni consegna ai propri nipoti: “L’anno in cui sono nato, il mondo era in fiamme”, ricorda il nonno di lingua ebraica. “Per fortuna, tu sei nata in un momento di pace e prosperità”. E la nonna di Praga: “Ricorda che la libertà e la democrazia non sono sempre esistite e che possiamo perderle molto velocemente”. Per questo, “bisogna lottare per ottenerla – assicura un nonno italiano – Bisogna stare sempre vigili e lottare”. Ed è sempre lui a raccomandare: “Non si deve mai dare per scontata la democrazia, ma bisogna sempre sostenerla e proteggerla”.
Fino al messaggio finale, quasi a una sola voce: “Prendetevi cura della democrazia, quando non sarò più qui”.
Chiude il video la promessa di un nipote, a nome di tutti: “Spetta a me, spetta a noi e alla nostra generazione”. E i nipoti, uno alla volta, prendono il posto dei nonni, sulla sedia da cui questi hanno lanciato la propria testimonianza e il proprio messaggio. Una sedia che non può restare vuota perché, come l’impegno per la pace e la democrazia, passa di generazione in generazione. Un impegno che prende forma e concretezza con l’esercizio del diritto e dovere di voto, a cui l’Europa sarà chiamata a giugno.
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