È un vero peccato che Ray Tomlinson ci abbia lasciati nel 2016. Quest’anno la sua preziosissima invenzione, l’e-mail, compie 50 anni. E a pensarci bene, oggi, chi lo avrebbe mai detto che è già passato così tanto tempo: mezzo secolo!
Il “protocollo di comunicazione” che ha rivoluzionato – al pari del telefono – il nostro modo di comunicare, con questo nuovo anno ha fatto il fatidico giro di boa. Oggi, grazie alla sua invenzione, viviamo in un mondo in cui l’informazione a distanza in tempo reale è la norma.
C’è di mezzo la “guerra” delle e-mail
Le invenzioni, si sa, sono spesso frutto della necessità. O, purtroppo, della guerra. E sì, perché quelle e-mail che spesso aspettiamo con trepidazione e a volte riceviamo con fastidio, sono frutto della ricerca in campo militare.
Quando nel 1971 Tomlinson mandò infatti la prima mail era impegnato nello sviluppo di Arpanet. Quest’ultima era la rete di computer del Dipartimento della Difesa americano che ha poi rappresentato l’embrione dell’odierno Internet. Usò quindi la procedura di invio di posta elettronica per scambiare comunicazioni tra le diverse Università collegate attraverso questa rete.
All’epoca, infatti, gli utenti che usavano i computer potevano solo scrivere messaggi, ma non inviarli tra loro. Li lasciavano quindi nella memoria della macchina. Da bravo programmatore Tomlinson ebbe un’idea: usò Arpanet per trasmetterli da un nodo all’altro della rete – fatta di computer dislocati in diverse università Usa – e decise di usare il segno @ (la cosiddetta “chicciola”) per dividere il nome del destinatario da quello della macchina. Ma il fine della sua invenzione restava solo uno: facilitare le trasmissioni delle forze armate.
A dirla tutta, Tomlinson non è stato il primo a cercare di inviare un messaggio da computer a computer. Nel 1965 al famoso MIT di Boston alcuni ricercatori avevano già creato un programma chiamato – guarda caso – Mailbox. Permetteva agli studenti di inviare dei messaggi ai propri colleghi, ma non era un sistema raffinato come quello che poi realizzarà sei anni dopo il Pentagono.
Dopo il fax il Diluvio Universale? Per nulla al mondo, ecco l’e-mail
All’inizio degli anni 80 sembrava che il fax fosse ormai l’apice della rivoluzione tecnologica. Tutto lasciava presagire un momento di pausa. Ed invece, una volta introdotta l’invenzione di Tomlison, è di nuovo cambiato tutto. Interi gruppi in tempo reale potevano ricevere e inviare comunicazioni di ogni tipo. Inoltre, la possibilità di inserire allegati ha praticamente azzerato l’uso di telescriventi e fotocopiatrici.
Certo, ogni progresso o semplificazione presenta il suo rovescio della medaglia. Quando si parla di e-mail spesso si finisce per trattare di furti di identità, fake news, spam, phishing. Ma al di là di questi inconvenienti, l’invenzione di Tomlison alla fine ha capovolto un sistema di comunicazioni che sembrava immutabile. Non lo abbiamo capito subito, proprio come accade in tutte le grandi rivoluzioni. Abbiamo visto sfilare questo grande cambiamento sotto il nostro naso, silenziosamente. Perché l’evoluzione tecnologica ha bisogno di verifiche, lunghi esperimenti. Poi, all’improvviso, scopriamo di esserci assuefatti anche alle novità. Così è stato per l’e-mail: introdotta poco a poco, tra mille difficoltà e resistenze tra le persone meno giovani e le burocrazie più farraginose, alla fine ha prevalso.
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