Servizi pubblici e privati che si sviluppano intorno ai bisogni degli over 65. L’incidenza della loro economia sul Prodotto Interno Lordo non lascia margini di dubbio: i silver sono un’opportunità per il Paese e l’invecchiamento non può essere considerato un problema
“L’insieme di attività economiche legate alla produzione, al consumo e al commercio di beni e servizi dedicati agli anziani. Servizi sia pubblici che privati, con effetti diretti e indiretti”. Con queste parole, la Commissione europea, in uno studio pubblicato di recente dal titolo The Silver Economy – realizzato in collaborazione con Technopolis Group e Oxford Economics – ha fornito la definizione di “silver economy”, o “economia d’argento”. Ne fanno parte gli uomini e le donne con un’età superiore ai 50 anni, lavoratori, ma soprattutto pensionati. Lo studio della Commissione europea ha voluto rappresentare, innanzitutto, un confronto mettendo a paragone i dati del 2015 con quelli di un prossimo futuro, disegnando una deadline che si ferma al 2025. Dalla ricerca redatta nel 2018 emerge quindi che, nel 2015, c’erano circa 199 milioni di persone di età pari o superiore a 50 anni, ovvero il 39% del totale della popolazione nell’Unione europea. Le proiezioni più recenti suggeriscono che questa cifra salirà a 222 milioni entro il 2025. Non solo, la cifra rappresenterà il 43% della popolazione totale. “La nostra analisi ha stimato un valore di base di 3,7 trilioni di euro (2015) per la Silver Economy europea, comprendendo principalmente la spesa privata degli anziani per vari beni e servizi, dall’alloggio alla ricreazione”, si legge tra le pagine dello studio europeo. E ancora: “Poco più del 10% di questa cifra totale si riferisce alla spesa pubblica a beneficio degli anziani, attraverso – ad esempio – il “consumo” di servizi sanitari fornito gratuitamente al momento della consegna”.
Uno spaccato tutto italiano sulla Silver Economy lo fornisce, invece, un’altra indagine realizzata da Itinerari Previdenziali con la collaborazione di 50&Più. Lo studio snocciola dati. Uno su tutti: l’impatto della Silver Economy sul Prodotto Interno Lordo è stimato tra i 323,5 e i 500 miliardi di euro. Si tratta di un valore che oscilla tra il 20% e il 30% del PIL 2020. Ma non è tutto: l’economia dei “silver” può consentire la creazione di nuove startup e il rafforzamento di molte imprese. Pertanto, la transizione demografica rappresenta un’opportunità, non un problema, e l’invecchiamento è certamente una risorsa. In questo ambito, tuttavia, è bene precisare che lo studio made in Italy considera la Silver Economy il complesso di attività economiche rivolte alla popolazione over 65 e non over 50. Si tratta, rispetto al resto dell’Europa, di una valutazione necessaria legata all’ingresso dell’individuo nel mondo del lavoro che, in Italia, è notoriamente più lento rispetto al resto dell’Europa e del mondo. Considerato che, stando ai dati forniti da OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – l’ingresso nel mondo del lavoro si registra intorno ai 24 anni di età, è verosimile che all’età di 50 anni l’individuo sia ancora impegnato lavorativamente e non rientri nella cosiddetta “economia d’argento”. Anche per questo, lo studio a cui abbiamo collaborato accende un faro sul presente ma anche in proiezione futura: gli over 65 rappresentano il 23% della popolazione italiana, pari a circa 14 milioni di persone – in maggioranza donne -, che verosimilmente saliranno a oltre 16 milioni nel 2030. “L’Italia – come emerge dalla ricerca – si colloca ormai in maniera stabile tra i Paesi più longevi al mondo, con una speranza di vita di 65 anni – anche se non sempre in buona salute -, pari nel 2018 a 19,3 anni per gli uomini e 22,4 per le donne, vale a dire di un anno in più per entrambi i generi rispetto alla media dell’Unione europea”.
Alla luce di quanto emerso fino ad ora, è assolutamente possibile sostenere che oggi gli anziani in Italia rappresentano una risorsa e non un costo. Non solo per la loro incredibile facoltà di possedere un patrimonio di conoscenza e di esperienza – occasione di esempio e insegnamento per i giovani – ma soprattutto per la capacità di spesa. Spesso si tratta di una capacità di spesa superiore a giovani lavoratori o lavoratori senior. È intorno ai “silver” che gravita maggiormente l’economia, ora e in un immediato futuro. E allora perché non scomodare Humphrey Bogart e prendere in prestito una delle sue più celebri battute – riadattandola – per sottolineare il potere della “nuova economia”? «È la Silver Economy, bellezza!».
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