Questa epidemia spesso costringe a scegliere chi salvare, e gli anziani e i disabili possono esserne vittime.
La Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, ha recentemente spiegato che a fronte di «un enorme squilibrio tra le necessità cliniche reali della popolazione e la disponibilità effettiva di risorse intensive, ogni medico può trovarsi a dover prendere in breve tempo decisioni laceranti da un punto di vista etico oltre che clinico. quali pazienti sottoporre a trattamenti intensivi quando le risorse non sono sufficienti per tutti i pazienti che arrivano, non tutti con le stesse chance di ripresa» e occorre «privilegiare la maggior speranza di vita».
Tesi non accettata dalla Ledha (Lega Diritti Handicappati) e dal Forum del Terzo Settore, che vedono lo spettro di una «strage degli innocenti». Questo problema riguarda anche gli anziani, la cui morte viene ritenuta spesso “accettabile”, rispetto a quella “inaccettabile” di un giovane.
Il problema è molto sentito negli Usa, dove, davanti alla prospettiva di un picco dell’epidemia, ci si chiede a chi vale la pena di salvare la vita.
Il New York Times riporta che «Fra i circa 36 Stati che hanno reso noti i loro criteri, una decina elenca anche considerazioni di tipo intellettivo, e altri parlano di condizioni precise che possono portare alla discriminazione nei confronti dei disabili».
Tanto che la relatrice delle Nazioni Unite sui diritti dei disabili, Catalina Devandas, ha richiesto per le persone con disabilità la garanzia che la loro sopravvivenza sia considerata una priorità.
La discriminazione verso disabili e anziani in questa situazione ha spinto il Papa a ricordare che «Dopo aver fatto il possibile sul piano organizzativo per evitare il razionamento, andrà sempre tenuto presente che la decisione non può basarsi su una differenza di valore della vita umana e della dignità di ogni persona, che sono sempre uguali e inestimabili».
SINTESI DI: La lotta per la vita e il diritto alla cura per anziani e disabili: «Non discriminateli», Gian Antonio Stella, Il Corriere della Sera, 01-04-2020
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