Una cena leggera, un buon libro e tanta stanchezza. Le premesse per un buon sonno ci sono tutte, ma qualcosa – ahimè! – non va. Il problema non è addormentarsi, bastano cinque minuti di lettura per crollare tra le braccia di Morfeo, piuttosto è restare addormentati per tutta la notte senza interruzioni.
Il sonno a singhiozzo è una condizione molto frequente che può arrivare a compromettere la qualità della vita impedendo quel riposo ristoratore necessario per ricaricare le energie. Ma ora si scopre che, purtroppo, può fare anche di peggio.
Dal sonno interrotto all’ateroscelerosi il passo è breve
Secondo un recente studio dell’Università di Berkeley in California, le persone che durante la notte si svegliano a intervalli più o meno regolari aumentano il rischio di soffrire di aterosclerosi. I ricercatori hanno infatti individuato un’associazione finora sfuggita ai clinici tra il sonno interrotto e la formazione delle placche di colesterolo nei vasi sanguigni.
Non è un caso, secondo gli scienziati, che entrambi i disturbi (sonno interrotto e aterosclerosi) convivano spesso nelle persone anziane. Le due condizioni sono strettamente correlate. Tanto che, suggeriscono gli scienziati, il sonno interrotto dovrebbe essere considerato, un fattore di rischio chiave per le malattie cardiovascolari insieme al peso eccessivo, la sedentarietà, l’ipertensione e il fumo.
Braccialetti e onde cerebrali: come è stata eseguita la ricerca
Per la ricerca, pubblicata sulla rivista PlosBiology, ha coinvolto 1.600 persone tra i 60 e gli 80 anni di età. I partecipanti sono stati sottoposti a esami del sangue per misurare i livelli di calcio indicativi della formazione di placche. La durata e la continuità del sonno è stata misurata grazie ad appositi braccialetti dotati di speciali sensori che i volontari hanno indossato per una settimana.
Le informazioni sul riposo notturno sono state poi perfezionate con la misurazione delle onde cerebrali dei partecipanti. Questi si sono prestati a dormire per una notte nel laboratorio di medicina del sonno dell’Università.
Troppi globuli bianchi nel sangue: che legame c’è tra sonno interrotto e aterosclerosi?
Analizzando tutti i dati, gli scienziati hanno scoperto una maggiore concentrazione di globuli bianchi (monociti e neutrofili) nelle persone che dormivano a intervalli. Queste cellule giocano un ruolo chiave nella formazione delle placche. Ancora non è chiaro come mai il sonno a singhiozzo provochi queste alterazioni nella composizione del sangue. Questo tassello mancante però non dovrebbe impedire ai medici di monitorare i disturbi del sonno dei loro assistiti.
Il controllo dovrebbe partire dalla mezza età perché cosi si potrebbero prevenire i problemi cardiovascolari che insorgono più avanti negli anni. Gli scienziati invitano tutte le persone che hanno superato gli “anta” a controllare il proprio sonno con le tecnologie indossabili con la stessa regolarità con cui controllano il peso, la pressione o il colesterolo.
Se non si riesce a dormire, è bene rivolgersi subito al medico
In conclusione, la qualità del sonno è importante per la salute. Chiunque non riesca a passare una sola notte senza svegliarsi due o tre volte, dovrebbe rivolgersi al proprio medico per cercare una soluzione. Le buone abitudini che conciliano il sonno probabilmente sono già note, ma quando si tratta di salute il “repetita iuvant” vale più che mai.
Ecco quindi i consigli degli esperti: adottare una routine regolare, andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, evitare di stare davanti a uno schermo (della Tv, del computer o del telefonino) prima di andare a letto, svolgere attività fisica durante il giorno, esporsi alla luce del sole, evitare l’assunzione di sostanze stimolanti come caffè, tè o alcol nella seconda parte della giornata.
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