Finalmente l’Inps ha pubblicato le istruzioni per richiedere il contributo. Il sostegno è destinato da una legge del 2020 alle donne assistite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. L’ultimo miglio è il rilascio del servizio di inoltro della domanda online, che auspichiamo arrivi in tempi brevissimi.
Pubblicate finalmente dall’Inps le istruzioni per richiedere il “reddito di libertà”. Il sostegno, introdotto per legge nel 2020, è destinato alle donne vittime di violenza in condizione di particolare fragilità o povertà. Anche se, per attivare il servizio, l’Istituto deve ancora rilasciare l’apposito servizio online.
L’emancipazione attraverso l’indipendenza economica
Istituito dal decreto legge n. 34 del 2020 (Decreto Rilancio) e disciplinato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2020, il reddito di libertà ha l’obiettivo di favorire l’autonomia e l’emancipazione delle donne assistite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. Favorendone in particolare l’indipendenza economica in un momento in cui la pandemia ha ulteriormente aggravato le situazioni di vulnerabilità. Con la pubblicazione della circolare n. 166 del 2021, finalmente l’Inps fornisce le istruzioni operative per presentare domanda e accedere al contributo, finanziato dal “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza” che, per l’anno 2020, ammonta a 3 milioni di euro. Ecco tutte le indicazioni dell’Inps.
Chi può presentare domanda
Tutte le donne vittime di violenza residenti in Italia, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia. Destinatarie del contributo sono dunque le cittadine italiane, comunitarie, extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno, con lo status di rifugiate politiche o di protezione sussidiaria.
I criteri per accedere al reddito di libertà
Il reddito di libertà avrà un importo massimo di 400 euro mensili, concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi. Il contributo deve essere destinato in via prioritaria a sostenere le spese personali e per l’abitazione, ma anche il percorso scolastico e formativo di eventuali figli minori. Inoltre è esente dall’Irpef – si tratta di un contributo assistenziale – e non è incompatibile con altri strumenti di sostegno al reddito come, ad esempio, il reddito di cittadinanza, il Rem, la NASpI, la cig, l’assegno nucleo familiare e così via.
Come presentare domanda
La domanda deve essere compilata dalla donna che chiede il sostegno, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato; è poi inoltrata contestualmente via web all’Inps dal Comune competente per residenza. Per questo, l’Istituto ha predisposto uno specifico servizio per gli operatori comunali. Il servizio è accessibile se si è in possesso di SPID di livello 2 o superiore; di una Carta di identità elettronica 3.0 (CIE); di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS). La nuova funzionalità sarà però rilasciata con una successiva comunicazione dell’Inps – speriamo in tempi brevissimi – e sarà raggiungibile sul portale www.inps.it, digitando nel motore di ricerca “Prestazioni sociali dei comuni” e selezionando tra i risultati il servizio “Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software”. In occasione dell’inoltro dell’istanza, gli operatori potranno richiedere l’esibizione del documento di identità o del titolo di soggiorno se necessario.
Attenzione alla compilazione e alle date
L’unico modello di domanda che verrà accettato – debitamente compilato e sottoscritto – è quello allegato alla circolare dell’Inps e che può essere scaricato anche qui. Fra i dati necessari per compilare la richiesta, l’Inps ricorda: l’attestazione della condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinaria e urgente, rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale; la dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal centro antiviolenza. L’Istituto si riserva di non accettare domande non conformi alle istruzioni fornite; così come di revocare il contributo in caso intervengano motivi che impediscano di proseguire l’erogazione. L’esito della richiesta sarà reso disponibile online per i Comuni, ma verrà anche comunicato all’interessata utilizzando i dati di contatto indicati nella domanda.
Le domande saranno evase entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna Regione o Provincia autonoma dal D.P.C.M. del 17 dicembre 2020. Attenzione dunque anche ai tempi: per prenotare gli importanti della prestazione, farà fede la data di acquisizione dei dati attraverso il servizio online e non la data di compilazione del modulo cartaceo.
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