Nuova luce sulla Britannia dell’Età del Ferro: le donne avevano un ruolo dominante nella società. Il mistero risolto dello scheletro delle isole Scilly
Le donne celtiche dell’antica Britannia erano delle guerriere e vivevano in una società matrilineare. Lo rivela uno studio del Trinity College di Dublino (Irlanda) sul Dna di 57 persone ritrovati in un cimitero. Le sepolture risalgono all’Età del Ferro e sono associate alla tribù celta dei Durotrigi che abitava il Dorset circa duemila anni fa. E hanno dimostrato che in caso di matrimonio, a spostarsi era il marito e non la sposa. Che invece restava ad abitare nella sua casa. Al contrario di quanto accadeva nelle società patriarcali dell’epoca (ad esempio quella romana).
Di madre in figlia
La scoperta è stata possibile grazie all’analisi dei genomi che ha mostrato una parentela per via materna tra la maggior parte delle persone. Mentre i resti di sesso maschile appartenevano a individui esterni, probabilmente giunti per sposare una donna di quella tribù. La scoperta è rivoluzionaria perché ad oggi si riteneva che tutte le società europee, dal Neolitico al Medioevo, fossero patriarcali. Che le donne celtiche dei Durotrigi detenessero un grande potere risulta peraltro anche dai ritrovamenti di sepolture femminili con ricchi corredi funerari.
Guerriere e regine: le donne celtiche, un potere inaspettato
Le donne celtiche erano famose già all’epoca dell’antica Roma per il loro carisma e il loro coraggio. Nel De Bello Gallico Giulio Cesare racconta che partecipavano ai dibattiti influenzando le scelte politiche e che potevano avere più mariti. Un’altra scoperta recente che oggi avvalora questo ritratto è quella avvenuta anni fa sulle isole Scilly, di fronte alla Cornovaglia. Qui nel 1999 gli archeologi rinvennero uno scheletro seppellito con accanto uno specchio e una spada, ossia un simbolo femminile e uno tipicamente maschile.
La guerriera celtica delle Scilly: una scoperta che ribalta gli stereotipi
Uno studio del 2023 dell’Historic England sullo smalto dei denti ha stabilito con il 96% di probabilità che si trattasse di una donna guerriera. Un’altra conferma del ruolo di comando che le donne celtiche esercitavano all’interno della comunità. Come gli stessi romani sperimentarono sulla propria pelle quando, con terrore, dovettero affrontare la rivolta della regina Boadicea. Che lo storico Dione Cassio descriveva: “Alta, con uno sguardo che incuteva paura, la voce roca e una massa di capelli rossi lunghi fino alle ginocchia. Stringeva una lunga lancia che incuteva timore a chi la osservava”.
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