Quest’ultimo 8 marzo è trascorso in sordina. Oggi, la situazione che stiamo vivendo ha finito col catalizzare l’attenzione di tutti. Ma, tra manifestazioni annullate, incontri rinviati e campagne sulla parità dei diritti ridotte ai minimi termini, le donne stanno combattendo in prima linea l’attuale emergenza sanitaria. Sotto i 65 anni d’età, infatti, i medici donna sono – in percentuale – più degli uomini.
Verrebbe da chiedersi: che fine hanno fatto le over 50? Gli ultimi dati della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) sono molto chiari: le donne medico tra 50 e 54 anni sono il 50% mentre le over 55 anni giungono al 31% del totale, rispetto ai colleghi della stessa fascia di età.
Basta salire di qualche anno ed entrare nel mondo degli over 70 per vedere che la situazione continua a cambiare. Qui sono gli uomini ad essere in maggioranza: sono 5 volte di più delle loro colleghe, 45.293 contro 9.108. E sono addirittura 6 volte di più nella fascia d’età degli over 75.
Se consideriamo il totale, senza basarci sulle classi di età, gli uomini restano la maggioranza nel settore: sono ben 212.941 contro 168.241 colleghe donne.
Ma – come dicevamo all’inizio – lo scenario comincia a cambiare tra gli under 65: le donne sono 139.939, ovvero il 52,72%, mentre gli uomini si attestano a 125.476. Addirittura, in classi di età più giovani, ad esempio sotto i 40 anni, le donne sono quasi il 60%, e, tra i 30 e 34 e 35 e 39 anni, arrivano ad essere il doppio degli uomini.
Insomma, i 50 anni sembrano rappresentare una sorta di linea di confine: al di sotto di tale età prevalgono per numero le donne, al di sopra la tendenza si inverte e i ruoli si ribaltano in modo progressivo. Cosa vuol dire questo? Che nei prossimi anni la figura del medico uomo, attempato, magari con la barba a cui eravamo abituati, lascerà pian piano il posto ad un esercito di donne medico con una progressiva e inarrestabile femminilizzazione del settore. Una situazione che, secondo Filippo Anelli, presidente Fnomceo, richiederà molto sensibilità, soprattutto a livello contrattuale introducendo modalità flessibili di impiego per favorire una maggiore conciliazione lavoro-famiglia.
Resta però il fatto, secondo i i dati di Anaao-Assomed, che alle donne sembra ancora preclusa la possibilità di fare carriera. Perché solo una su 50 riesce a raggiungere il ruolo di Direttore di Struttura Complessa e una su 13 quello di responsabile di Struttura Semplice. Persino lì dove le quote rosa sono maggioritarie, la loro presenza in posizioni di comando è molto bassa. Solo i Consigli degli Ordini sono in controtendenza: lì aumentano le donne ai vertici.
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