Ascolto, cura, attenzione e sostegno tra partecipazione e inclusione in un mondo che possa presto ritrovare la pace.
Si avvicina rapido il Natale, la festa che più di ogni altra unisce tutti. È la celebrazione della luce che vince le tenebre. Coincide, come sappiamo, con il Solstizio d’inverno, il momento più buio dell’anno. Da quel momento in poi le giornate si allungano. È la vittoria del Sole. Sol Invictus, come dicevano gli antichi.
Per me, come per tanti di voi, Natale significa anche presepe come spazio simbolico.
L’albero è certamente una gioiosa rappresentazione natalizia ma il presepe – con la Natività e il mistero di speranza – ne esprime il significato più vero e profondo. Per chi crede, naturalmente.
Ecco, quest’anno mi piacerebbe immaginare lo scambio dei regali davanti al presepe, cercando di rispondere alla più classica delle domande: quali desiderare e quali donare?
Innanzitutto, vorrei chiamare ‘impegni’ i miei doni. L’impegno a un ascolto maggiore delle aspettative e delle necessità dei nostri associati. Ascolto come precondizione dell’agire affinché si possa ottenere un riconoscimento sempre più forte del valore della terza età da parte delle istituzioni e della società.
Nel concreto, un “dono impegno” specifico è la creazione della Fondazione 50&Più, capace di svolgere il ruolo di osservatorio privilegiato di cambiamenti e ascolto delle esigenze degli anziani. Una Fondazione che persegua la solidarietà e la diffusione di una cultura tesa alla valorizzazione dell’età anziana come importante risorsa della comunità.
Cari amici, il 2024 sarà un anno importante per 50&Più che compie cinquant’anni. Il mio “dono impegno” sarà quello di celebrare degnamente il Cinquantennale, a Roma in autunno. La celebrazione sarà certamente un momento di festa e di orgoglio ma anche un’opportunità per rilanciare i nostri temi e il nostro ruolo nella società.
Quali sono, invece, i doni che vorrei ricevere? La scelta credo sia obbligata. Viviamo un tempo sconvolto da guerre che potrebbero degenerare in conflitti mondiali.
Quello che sta accadendo in Medio Oriente e in Ucraina è la ripetizione di drammi visti tante volte nel corso della storia. Con la differenza che gli armamenti di oggi potrebbero portare – realmente – alla fine dell’umanità.
Permettetemi di ricordare le parole di papa Francesco: «Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra». La pace, dunque, come dono anche se sappiamo bene che è una dimensione che va ricercata a partire da noi stessi, dalle piccole azioni che compiamo ogni giorno fino ad arrivare alle grandi scelte.
Tra i doni, vorrei trovare anche una accelerazione della Legge delega per la non autosufficienza approvata a marzo. Tra i punti focali, ricordo l’introduzione di una definizione di popolazione anziana non autosufficiente e quella di una specifica governance nazionale delle politiche a favore dell’anzianità.
Anche la promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, la promozione di interventi per la prevenzione della fragilità. E la previsione di interventi a favore dei caregiver. Ecco, i caregiver. Più attenzione e più sostegno a queste figure così straordinariamente importanti che si prendono cura con amore delle persone fragili. Grazie a loro le solitudini si attenuano perché non abbandonano chi ha bisogno. Prendiamoli ad esempio. I caregiver – angeli moderni – rappresentano una rete straordinaria che sostiene e dà dignità e senso alla nostra società.
A voi, care amiche e cari amici, i miei più affettuosi auguri per un Santo Natale di rinnovata speranza e di gioia soprattutto nel donare.
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