Nel 2024 l’Italia ha segnato il miglior risultato di sempre nei trapianti d’organo, secondo il report periodico del Centro nazionale trapianti: ma quasi il 40% degli italiani continua a dire “no” alla donazione. Un divario tra risultati sanitari e consapevolezza pubblica che preoccupa gli esperti.
Trapianti: superato il tetto dei 4.600 interventi
Il sistema trapiantologico italiano ha raggiunto nel 2024 un nuovo primato: 4.692 trapianti effettuati, con un aumento di 226 rispetto al 2023. Le donazioni di organi sono salite del 2,7%, arrivando a 2.110, secondo i dati diffusi dal Centro Nazionale Trapianti (Cnt).
I trapianti di rene hanno rappresentato circa la metà del totale (2.393, +6,6%), seguiti da quelli di fegato (1.732, +1,8%) e cuore (418, +13%). In calo i trapianti di polmone (174) mentre restano stabili quelli di pancreas (36). Particolarmente significativa la crescita delle donazioni a cuore fermo (+30,8%), che hanno contribuito a 621 trapianti (+39,3%).
Crescono le donazioni, ma anche i “no”
Accanto ai numeri da record, emerge un dato preoccupante: l’aumento delle opposizioni alla donazione. Nei primi tre mesi del 2025, il 39,7% delle 950.000 persone che hanno rinnovato la carta d’identità elettronica ha espresso un “no”, in crescita del 3,4% rispetto all’anno precedente. Diminuiscono invece le astensioni, che scendono dello 0,6%.
Il Sistema Informativo Trapianti ha registrato finora oltre 22 milioni di dichiarazioni: 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni. Un dato che, secondo il presidente della Società Italiana di Anestesia e Rianimazione (Siaarti), Antonio Corcione, “non può essere ignorato e richiede un impegno congiunto tra istituzioni e cittadini”.
Età e territori: dove si dice più “sì” (e dove no)
L’analisi delle dichiarazioni di volontà evidenzia forti differenze generazionali. I più propensi a donare sono i 40-50enni, con un 68,6% di “sì” e solo il 31,4% di “no”. Più alte invece le percentuali di opposizione tra gli over 60, che raggiungono il 48,4% (contro il 45,5% nel 2024), e tra i giovani 18-30enni, dove i “no” sono passati dal 33,6% al 37,9% nel primo trimestre del 2025.
Non mancano però gli esempi virtuosi. A Verceia, in provincia di Sondrio, su 158 cittadini che hanno rinnovato la CIE, 139 hanno espresso una scelta: ben 138 “sì” e un solo “no”. Cinte Tesino (Trento) e Longano (Isernia) completano il podio della generosità, mentre Geraci Siculo (Palermo), dopo tre anni al primo posto, scende in quarta posizione.
Tra le città con oltre 100.000 abitanti, Trento si conferma la più generosa con un 73,6% di consensi e solo il 22,4% di opposizioni. Seguono Sassari e Verona. Guardando invece alle Regioni, guidano la classifica Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Sardegna.
Piemonte all’avanguardia, oltre 8.000 in attesa
Il Piemonte è la prima grande regione italiana in cui tutti i comuni risultano attivi nella raccolta delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi. Un risultato frutto di un percorso decennale, iniziato a Settimo Torinese, che ha portato a raccogliere oltre 1,5 milioni di dichiarazioni, di cui il 67% favorevoli.
Ma il bisogno resta elevato: sono ancora più di 8.000 i pazienti in lista d’attesa. La maggior parte, circa 6.000, è in attesa di un rene, seguiti da coloro che aspettano un fegato, un cuore, un polmone o un pancreas.
La campagna di sensibilizzazione del Cnt
In occasione della Giornata Nazionale per la donazione di organi, che si è svolta lo scorso 11 aprile, il Centro Nazionale Trapianti ha lanciato la campagna social “Ha detto sì”, per ribadire che donare è semplice, gratuito e può salvare vite. “Basta una firma al momento del rinnovo della carta d’identità per fare la differenza tra la vita e la morte per chi è in attesa”, ha ricordato il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
© Riproduzione riservata