Oggi è la Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue. Una ricorrenza non solo per dire grazie a chi, con il proprio dono, salva le vite degli altri, ma anche un invito ad unirsi ai donatori. Che non sono mai abbastanza.
“Donare sangue è un gesto di solidarietà. Unisciti a noi e salva delle vite”. Con questo slogan l’associazione italiana del dono del sangue AVIS celebra la Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue 2022 che ricorre ogni 14 giugno. In questa frase è racchiusa, senza troppi giri di parole, la finalità di questa ricorrenza: non solo un “grazie” a chi dona, ma soprattutto un invito ad unirsi ad oltre 1 milione di italiani che, con il loro dono, salvano le vite degli altri. E che non bastano mai: ogni 2 secondi, nel mondo, qualcuno ha bisogno di una trasfusione.
Il 14 giugno, un data significativa
Dare ai pazienti accesso a sangue sicuro e ai derivati del sangue in quantità sufficiente è la chiave di un sistema sanitario efficace. A sostenerlo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che nel 2005 ha istituito questa Giornata.
La Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue cade in un giorno particolare. Il 14 giugno è nato infatti Karl Landsteiner, lo scienziato che ha scoperto i gruppi sanguigni e ha contribuito alla scoperta del fattore Rh per cui il nostro gruppo sanguigno è positivo o negativo.
Sulle donazioni pesano l’effetto Covid e le vacanze alle porte
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Centro Nazionale Sangue (CNS) dell’Istituto Superiore della Sanità, purtroppo, siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid di raccolta. Questo nonostante 1.653.268 persone abbiano scelto di donare sangue e plasma lo scorso anno. Infatti, siamo ancora all’1,9% di donazioni in meno rispetto al 2019. Inoltre, dopo il brusco calo della raccolta nei primi 2 mesi di quest’anno, dovuto probabilmente alla diffusione della variante Omicron, le previsioni non sono positive. Secondo il CNS, infatti, il nuovo calo di aprile, in particolare per la raccolta di plasma, “porterà a un inizio anticipato delle carenze di sangue che ogni anno si registrano in estate, quando le alte temperature e le vacanze spingono la popolazione italiana a donare di meno”.
“Non sarà quindi una sorpresa se il sangue disponibile servirà a garantire le terapie salvavita a pazienti affetti da malattie rare, come i talassemici, mentre gli interventi chirurgici non urgenti dovranno essere rimandati” osserva il direttore del CNS Vincenzo De Angelis.
Donatori sempre più anziani
C’è un altro aspetto su cui il CNS richiama l’attenzione: l’invecchiamento progressivo dei donatori. I nuovi donatori, ovvero le persone che nel corso del 2021 hanno donato il sangue per la prima volta o lo hanno fatto dopo oltre due anni dall’ultima donazione, sono stati 267.949. In aumento rispetto al 2020, ma in netto calo rispetto agli ultimi dieci anni (-9,6% dal 2012 al 2021, -6,7% dal 2019 al 2021). Nell’ultimo decennio, inoltre, la fascia di donatori 18-45 anni è passata da 1.089.510 del 2012 (63% del totale) a 866.112 del 2021 (52%). I donatori con più di 46 anni sono invece passati da 650.202 a 787.156 nel periodo 2012-2021.
Questo contestualmente all’aumento dell’età media dei cittadini italiani cui si associa un aumento delle patologie croniche e degli interventi chirurgici ortopedici o delle patologie oncologiche che richiedono l’impiego di prodotti trasfusionali. A sottolinearlo, in un recente intervento, Gianpietro Briola, Presidente Nazionale di AVIS e coordinatore pro-tempore del CIVIS (Coordinamento Interassociativo dei Volontari Italiani del Sangue che, oltre ad AVIS, riunisce Croce Rossa, FIDAS e FRATRES). In crescita costante negli ultimi anni anche l’utilizzo di terapie con farmaci plasmaderivati.
Il plasma donato non basta mai
È la raccolta di plasma quella che preoccupa di più. Se, infatti, per i globuli rossi è stata raggiunta comunque l’autosufficienza, anche quest’anno invece, per soddisfare il fabbisogno nazionale di medicinali plasmaderivati, si è stati costretti a ricorrere al mercato internazionale. Dove i prezzi sono aumentati proprio a causa delle difficoltà nella raccolta.
In totale, lo scorso anno sono stati raccolti e conferiti all’industria farmaceutica 861mila chili di plasma, per la produzione di immunoglobuline, albumina e fattori di coagulazione. Eppure, secondo il CNS l’acquisto sul mercato estero di immunoglobuline nel solo 2021 ha pesato sulle casse del Servizio Sanitario Nazionale per oltre 117 milioni di euro, con un aumento di circa il 26% nell’arco degli ultimi cinque anni.
Timida ripresa anche per la donazione del sangue cordonale, dopo il -40% durante il lockdown. Sono state 6.227 le unità raccolte l’anno scorso, a fronte delle 5.742 del 2020. Un segnale positivo, soprattutto perché proprio nel 2021 abbiamo raggiunto il minimo storico di nascite, rimaste sotto quota 400mila. Le cellule staminali emopoietiche, presenti nel sangue del cordone ombelicale, sono una terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche.
Diventare un donatore
Diventare un donatore non richiede particolari requisiti, se non un’età compresa fra 18 e 60 anni, un peso non inferiore a 50 chili e un buono stato di salute. Previa valutazione medica, si può donare il sangue fino a 70 anni.
Come donare
È possibile donare il sangue in uno degli oltre 270 servizi trasfusionali o punti di raccolta ospedalieri presenti in tutta Italia. Le associazioni di volontari, come AVIS, Croce Rossa, FIDAS, FRATRES, organizzano inoltre delle giornate di raccolta in sedi temporanee o unità di raccolta mobili (le autoemoteche). Sul sito del Centro Nazionale Sangue è possibile consultare la mappa dei centri.
Il prelievo avviene dopo aver compilato un questionario e dopo un colloquio medico che accerti le condizioni di salute. La donazione avviene in tutta sicurezza, anche in tempi di pandemia. Bisogna solo ricordarsi di fissare con anticipo un appuntamento.
Per garantire la qualità e sicurezza del sangue, il campione viene sottoposto ad una serie di esami. Utili non solo per i pazienti, ma anche per il donatore stesso.
La mattina del prelievo è preferibile aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, tè o caffè poco zuccherati, pane non condito o fette biscottate. Dopo la donazione, viene offerto un ristoro per reintegrare i liquidi e non si devono svolgere attività e/o hobby rischiosi.
“Basta poco per compiere questo gesto di generosità almeno 2 volte l’anno – spiega il Presidente Nazionale di AVIS -, possibilmente alternando sangue e plasma così da incrementare la frequenza delle proprie donazioni e rispondere meglio alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale. Se ai cittadini chiediamo questa manifestazione di responsabilità, dall’altro lato è essenziale che tutti gli attori del sistema operino in modo coeso e coordinato per rispondere meglio alle esigenze dei donatori stessi; penso per esempio all’ampliamento degli orari di apertura, a una diffusione più capillare dei centri di raccolta e alla necessità di reperire il necessario personale sanitario che continua, purtroppo, a mancare”.
I principi della donazione
La donazione del sangue è anonima. Ed è una scelta libera, consapevole e responsabile. Ma anche volontaria e gratuita: la donazione a pagamento è perseguibile per legge.
In Paesi come gli USA, dove si prevedono forme di retribuzione o rimborso dei donatori, il calo della raccolta ha toccato anche punte del -20%; a dimostrazione del profondo senso di generosità e solidarietà che continua a sostenere il modello italiano di donazione di sangue.
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