Dopo la Dichiarazione dei redditi arriva anche la domanda precompilata per la pensione. Potrà essere presentata in via telematica, attraverso un modulo che contiene già tutti i dati necessari per l’accesso al trattamento.
L’obiettivo di Inps è quello di semplificare la richiesta di chi ha già maturato i requisiti, grazie ai fondi del Pnrr che hanno consentito di informatizzare ulteriormente i database dell’Istituto nazionale della previdenza sociale.
Come si può accedere al servizio?
L’Inps invia al cittadino una comunicazione per invitarlo ad accedere all’area personale My Inps e verificare i dati inseriti, anagrafici e di estratto conto, e segnalare eventuali errori, per poi completare la domanda precompilata.
Il servizio è accessibile anche attraverso l’App Io e si può utilizzare anche un percorso semplificato tramite QrCode, che permette di trovare la propria domanda e l’estratto conto contributivo personale che rappresenta la base di calcolo per la pensione.
Domanda precompilata per la pensione: la sperimentazione
Inizialmente la domanda precompilata sarà disponibile in via sperimentale solo per un campione di 5 mila utenti, con almeno 66 anni e nove mesi di età e vent’anni di contribuzione. Ai 65enni sarà comunque inviato l’estratto conto per poterlo verificare in anticipo rispetto al momento di uscita dal lavoro e fare per tempo le dovute modifiche. Al termine della sperimentazione, il servizio potrà essere esteso a tutti i cittadini in possesso dei requisiti.
Requisiti d’accesso alla pensione di vecchiaia nel 2023
I requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia variano in base alla maturazione dell’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Coloro che in quella data erano già in possesso dell’anzianità contributiva si vedono riconoscere la pensione in condizione di cessazione dell’attività di lavoro dipendente, al compimento dell’età pensionabile, all’ottenimento dei requisiti assicurativi e contributivi.
Per i lavoratori dipendenti, la pensione liquidata dall’Assicurazione Generale Obbligatoria è prevista per il biennio 2023-2024 al compimento dei 67 anni, con un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.
Il vecchio requisito dei 15 anni di contributi versati resta ancora in vigore per quanti lo hanno maturato entro il 31 dicembre 1992, oltre agli ammessi alla prosecuzione volontaria prima del 31 dicembre 1992. Sono previste ulteriori deroghe anche per le persone con invalidità pari o superiore all’80%, lavoratori addetti ad attività usuranti, lavoratori non vedenti, contratti di espansione che possano garantire l’uscita anticipata dei dipendenti prossimi alla pensione.
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