I tendini della spalla, con il passare degli anni, vanno incontro ad usura e quello del muscolo “sovraspinoso”, implicato nella “sindrome da conflitto scapolo-omerale”, è il più soggetto a lesioni e rotture
La spalla è l’articolazione con la più ampia escursione motoria del sistema muscolo-scheletrico. L’armonia del movimento è affidata alla sinergia e coordinazione dei numerosi muscoli che la costituiscono. Come avviene in un’orchestra ben affiatata, dove l’armonia è garantita dal perfetto equilibrio tra tutti gli strumenti, anche per la spalla (ancor più che per le altre articolazioni) il corretto funzionamento è affidato al perfetto bilanciamento dei 19 muscoli che la costituiscono.
Non si deve mai trascurare il fatto che tutti i muscoli possono funzionare in modo corretto e coordinato soltanto in presenza di salde fondamenta. Questi fulcri stabilizzanti della spalla sono rappresentati dalla colonna vertebrale, dal bacino e dagli arti inferiori.
Questi ultimi permettono la stabilità grazie all’appoggio dei piedi sul terreno. Il corretto bilanciamento delle gambe consente il fisiologico angolo di inclinazione (antiversione) del bacino, dal quale partono muscoli e sistemi fasciali che arrivano direttamente alla scapola e all’omero. Questo vuol dire che un problema meccanico della spalla può nascere anche dal cattivo appoggio dei piedi o dalla scorretta posizione del bacino (particolarmente frequente nel sesso maschile).
Con il passare degli anni e con la diminuzione della pratica sportiva o di attività che mantengano in allenamento i muscoli del corpo, si va incontro a perdita di forza (ipotono-trofia). Se i muscoli sono deboli, vengono sovraccaricati i tendini. Si creano quindi le condizioni ideali perché si inizi ad instaurare un processo che porta nel tempo all’usura precoce dei tendini, dei legamenti e delle superfici articolari.
Non si deve neanche trascurare il ruolo delle alterazioni morfologiche della colonna vertebrale. È frequente in molti soggetti la presenza di un “dorso curvo”, oppure dell’adattamento posturale opposto chiamato “dorso piatto”. La fisiologica curvatura delle vertebre dorsali consente alle scapole un rapporto ottimale con le costole, da cui deriva un corretto orientamento con l’omero e con la clavicola. Le stesse regole meccaniche valgono se si hanno spalle troppo alte e contratte (per effetto dell’eccessiva tensione dei muscoli della colonna cervicale).
Il muscolo che per primo garantisce il corretto posizionamento dell’omero nella meccanica articolare della spalla è proprio il “sovraspinoso”, che si trova lungo il margine superiore della scapola. La sua triste fama è dovuta al fatto che è sempre implicato nelle patologie (e quindi nei dolori) della spalla. È lo starter dei movimenti del braccio. Esercita un ruolo (tipo carrucola) indispensabile per far ruotare l’omero e per consentire al braccio di andare in alto a prendere un oggetto o per salutare qualcuno. Se esistono condizioni meccaniche sfavorevoli (come quelle sopra citate), il tendine del muscolo sovraspinoso andrà incontro ad una usura precoce che può andare dalla semplice infiammazione alla lesione parziale, fino alla rottura completa.
Non si devono sottovalutare i segnali di allarme che arrivano dalle spalle. Il dolore della spalla è un processo difficilmente reversibile spontaneamente perché è spesso conseguente ad adattamenti posturali scorretti nati molto lontano nel tempo.
Le prime difficoltà iniziano nel vestirsi (ad esempio, nell’indossare una giacca), ma anche nel guidare o nel prendere un bicchiere dallo scolapiatti. La patologia della spalla è sovente riconoscibile per il fatto che il dolore disturba il sonno e spesso costringe le persone a dormire sedute in poltrona o sul divano.
Non si deve quindi trascurare alcun dolore ed è invece opportuno agire preventivamente chiedendo consiglio al fisiatra, all’ortopedico, al posturologo o all’osteopata nel caso in cui si sia consapevoli di non avere un corretto assetto posturale generale e, in particolare, della colonna vertebrale.
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