La doll therapy (o terapia delle bambole) è in grado di ridurre la progressione di patologie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson e demenza. I suoi effetti dipendono dalla stimolazione di nuove abilità affettive e cognitive nei pazienti.
Una sperimentazione a riguardo è stata avviata nella casa protetta di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, su cinque donne. Attraverso l’impiego di particolari bambole di tessuto e con fattezze quanto più simili al vero, è possibile stimolare numerosi funzioni. Da un miglioramento dello scambio affettivo a un piccolo allenamento della memoria, raggiungendo ottimi risultati in termini di socializzazione. La ricerca è cominciata a febbraio e andrà avanti per un anno, sotto la supervisione di uno psicologo e psicoterapeuta.
La genese della doll therapy
Insomma la “doll therapy” non è solo un momento ludico, ma un’integrazione alle terapie farmacologiche. Grazie alle bambole, infatti, aumenta l’empatia attraverso il ricordo del rapporto di cura madre-figlio. Nata alla fine degli anni Novanta dallo studio della psicoterapeuta svedese Britt Marie Egidius Jakobsson, che ne intuì le potenzialità per i bambini affetti da autismo, questa tecnica mette a disposizione un nuovo strumento di comunicazione. Utile anche ai soggetti affetti da decadimento cognitivo permette infatti di ridurre ansia, aggressività, agitazione e disturbi del sonno. Al tempo stesso, inoltre, favorisce l’instaurazione di una relazione di protezione e cura, che consente un recupero dell’equilibrio perso a causa della malattia.
Doll therapy e attaccamento
Il legame che si crea con la bambola riattiva la sfera emotiva del paziente e fa riaffiorare ricordi del passato, con un miglioramento delle facoltà cerebrali. Questa tecnica prende spunto anche dagli studi pedagogici di John Bowlby, psicologo e psicoanalista inglese, che elaborò la teoria dell’attaccamento. Una delle teorie più famose in merito alle relazioni che sostiene come il prendersi cura costituisca una costante del vivere dalla nascita alla morte, in questo caso applicata ad un oggetto che simula la realtà.
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