In Francia e Spagna è già obbligatoria ma, presto, potrebbe diventarla anche in Italia. Grazie ad una proposta di legge, recentemente presentata, per ridurre i rifiuti da cibi e bevande non consumati in ristoranti, etc.
La lotta allo spreco alimentare passa anche da qui. Dall’introduzione di una legge che diffonda l’uso della Doggy bag anche nei ristoranti del nostro Paese. In Francia e Spagna è già obbligatoria ma, presto, potrebbe diventarla anche in Italia.
Di cosa parliamo? Di una proposta di legge, recentemente presentata, circa le “Disposizioni concernenti la riduzione di rifiuti da cibi e bevande non consumati in loco presso attività di somministrazione al pubblico“. L’obiettivo è quello di spingere cittadini ed esercenti a fare asse comune per la salvaguardia del cibo. La Doggy bag, infatti, non è altro che quel contenitore pronto all’uso dove riporre il cibo non consumato al ristorante e ancora perfetto da portare a casa. Perché? Perché spesso ordiniamo più nel necessario e quanto lasciato sul tavolo finisce – pressoché intatto – nella pattumiera.
Da anni negli States
Una consuetudine, quella della Doggy Bag, già molto diffusa negli States dove la tradizione di portare con sé gli avanzi è tutto fuorché vista male: anzi, è una tendenza molto radicata al punto che personaggi come l’ex First Lady, Michelle Obama, se ne sono fatti promotori.
Quanto cibo sprechiamo?
Si tratterebbe di una scelta che, pur non cancellando la cattiva abitudine allo spreco, andrebbe incontro a una maggiore consapevolezza in un Paese in cui, stando a dati recenti, non si bada poi troppo a ciò che finisce nei rifiuti. Infatti, secondo i dati presentati dall’Osservatorio Waste Watcher International, nell’undicesima Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, ciascuno di noi spreca in media 30 kg di cibo pro capite all’anno e 2,447 kg ogni mese. Un controsenso in un Paese che fa i conti con inflazione e rincari che pesano e non poco sulle tasche delle famiglie. Il risultato è che 290 euro annui – ossia 7 miliardi e mezzo – equivalgono al cibo gettato nel cassonetto (1 punto PIL) nonché 13,5 miliardi per il totale della filiera agroalimentare nostrana.
Una novità che convince
Sembrerebbe inoltre, secondo un campione di intervistati contattati dall’Osservatorio Waste Watcher International, che i tempi per la sporta salva-cibo siano maturi anche in Italia. Un italiano su 2 (il 47% del totale dei consumatori coinvolti), infatti, vorrebbe di trovare la Doggy Bag in automatico al ristorante: confezioni riutilizzabili e possibilmente eco-compatibili che magari non vadano a gravare come ulteriore costo sui ristoratori che, pure, non si sono mostrati diffidenti rispetto alla possibile novità. Quello che, anzi, sottolineano è come in molti esercizi esse siano già presenti.
Via l’imbarazzo
In Italia, però, chi oggi materialmente si adopera per avere il pacchetto anti-spreco da portare a casa sembra ancora in scarsa compagnia. Solo il 15 per cento chiederebbe già adesso la Doggy Bag e se non lo fa è per una forma di imbarazzo psicologico. Un retaggio del passato che stigmatizzava chi portasse cibo avanzato a casa. Oggi, però, complice la salvaguardia ambientale e una tendenza pronta a diventare di moda, forse conviene essere meno timidi. Nel rispetto del portafogli e, appunto, dell’ambiente.
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