I disturbi alimentari non sono necessariamente legati all’adolescenza, anzi, sempre più spesso entrano a far parte della vita adulta e anziana delle persone, e proprio in queste fasce d’età rappresentano una realtà in crescita e ancora più sommersa.
Il 30% di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare è un soggetto adulto. Secondo le ultime ricerche in merito, i meccanismi che possono scatenare anoressia, bulimia o altri problemi legati all’alimentazione in età adulta possono essere legati a problematiche simili del passato. Si tratterebbe dunque di ricadute. Possono essere favorite da un’alimentazione scorretta, ma anche da eventi importanti ed emotivamente forti che scatenano una sorta di meccanismo di difesa o di conforto. L’aver sempre sofferto per medio-lunghi periodi o in maniera continuativa di disturbi alimentari può portare a reiterare il comportamento nel corso della vita. Periodi dell’età adulta che rappresentano un cambiamento (come un matrimonio, un divorzio, un lutto, una gravidanza, la separazione dai figli che crescono, la malattia di un familiare o la menopausa) possono essere tutti fattori “di rischio” per il potenziale sviluppo di un disturbo alimentare.
L’anoressia nervosa
L’anoressia in età adulta, anche definita come anoressia nervosa, si sviluppa a partire dalla volontà di gestire in modo serrato le situazioni emotive, psicologiche, opprimenti che chiunque può ritrovarsi a dover affrontare. In questo caso, il pochissimo cibo ingerito diventa una prova estrema di autodisciplina. Gli studi sui disturbi alimentari negli adulti sono relativamente nuovi, ma hanno rilevato come il fenomeno interessi sia la popolazione femminile che quella maschile.
Proprio fra gli uomini, infatti, si stia riscontrando un aumento di casi soprattutto nella fascia di età compresa fra i 45 e 59 anni. Questo perché la popolazione maschile è continuamente sottoposta a messaggi che inneggiano all’essere performanti, in ottima forma fisica e quasi impermeabili al trascorrere del tempo. Non è un caso che un’alta percentuale degli over 45 e under 59 con disturbi alimentari sia anche “dipendente” da un’attività fisica portata all’eccesso. Secondo una ricerca pubblicata dal National Library of Medicine, le donne con più di 40-50 anni che soffrono di disturbi alimentari sono il 3,5%, mentre gli uomini fra l’1 e il 2%. La maggior parte delle persone non risulta essere in cura.
I disturbi del comportamento alimentare negli anziani
I disturbi alimentari possono interessare gli anziani, anche se in questo caso i ricercatori parlano di uno stato di malnutrizione. Una situazione che può derivare da carenza o eccesso di nutrienti, che porta a un deterioramento fisico ed emotivo. Il fenomeno interessa fra il 20 e il 60% degli anziani residenti nelle strutture di lungodegenza, ma molti casi restano non diagnosticati. Il disturbo più frequente in età anziana è l’anoressia e ne soffre una donna anziana su tre e un uomo su quattro. Si può parlare di anoressia quando un anziano, in assenza di patologie del cavo orale che ostacolino la masticazione e la normale alimentazione, riduce l’apporto di cibo in misura uguale o superiore al 50% della sua razione standard, per un periodo uguale o superiore a tre giorni. Una delle cause è la perdita della motivazione a mangiare, che può essere dovuta alla depressione e alla perdita o al deterioramento delle relazioni sociali. Incidono anche fattori come la povertà, l’incapacità o impossibilità di fare correttamente la spesa o di preparare i pasti.
Centri per la cura dei disturbi alimentari
In Italia esistono 126 strutture specializzate nei disturbi alimentari, delle quali circa la metà si trovano nelle regioni del Nord Italia, 23 sono al Centro e 40 al Sud e nelle Isole. I centri pubblici legati al Sistema sanitario nazionale sono 112, mentre i restanti sono privati accreditati. L’84% dei centri prende in carico solo persone maggiorenni, ma esistono anche strutture che si occupano solo degli adolescenti e dei minori fino a 14 anni.
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