“L’1% più ricco nei Paesi del G20 detiene il 31% della ricchezza, mentre la metà più povera della popolazione appena il 5%”. Così per Oxfam nasce la diseguaglianza economica globale
Oxfam (la rete mondiale di ong contro la povertà e le ingiustizie) ha presentato ai leader presenti al G20 di Rio de Janeiro (18\19 novembre) un report sulla disuguaglianza economica globale, avvertendo che “un’agenda globale per la tassazione dei super-ricchi non è più rinviabile”. L’impegno non è più procrastinabile, avverte l’Organizzazione, se davvero si vogliono combattere la povertà e la fame nel mondo. Infatti, scrive, “l’1% più ricco nei Paesi del G20 detiene il 31% della ricchezza, mentre la metà più povera della popolazione appena il 5%”. Questo mentre “negli ultimi 20 anni la ricchezza di quell’1% è cresciuta del 150% e oggi ammonta a 68.700 miliardi di dollari”. Quasi due terzi del Pil mondiale.
La legge del più ricco
Ma i numeri della diseguaglianza economica globale non finiscono qui e il report incalza inseguendo quella che definisce “la legge del più ricco”. La fortuna dei miliardari aumenta ogni giorno di 2,7 miliardi di dollari, mentre i salari di almeno 1,7 miliardi di lavoratori, (più della popolazione dell’India) crescono meno dell’inflazione. Nel 2022, le aziende energetiche e alimentari hanno più che raddoppiato i loro profitti, ma ogni sera più di 800 milioni di persone vanno a letto affamate.
Due esempi di diseguaglianza economica
Per Oxfam la metà dei miliardari del mondo vivono in paesi dove non vengono applicate tasse di successione. Se a loro si applicasse un’imposta sul patrimonio fino al 5%, si raccoglierebbero 1,7 trilioni di dollari all’anno. Fondi sufficienti per far uscire 2 miliardi di persone dalla soglia di povertà, oltre che per finanziare un piano globale antifame. La sproporzione è evidente: uno degli uomini più ricchi del mondo, Elon Musk, paga una aliquota fiscale del 3,2%. D’altro canto, Aber Christine, collaboratrice di Oxfam in Uganda, versa in tasse il 40% del riso che vende al mercato. Inoltre l’ 8% della ricchezza finanziaria globale delle famiglie, pari al 10% del Pil mondiale, si trova offshore, sfuggendo così ai controlli fiscali.
L’Italia è un paese solidale?
Per Oxfam “Il Paese più disuguale del G20, in termini di distribuzione della ricchezza, è il Brasile, dove l’1% più facoltoso ha in mano il 48% della ricchezza nazionale. Seguono il Sudafrica con il 42% e l’Argentina con il 40%. In Italia il top 1% deteneva, a fine 2022, il 23,1% della ricchezza nazionale netta”. Afferma Misha Maslennikov, di Oxfam Italia: “In diversi Paesi, tra cui l’Italia, i contribuenti più ricchi versano oggi, in proporzione al proprio reddito o patrimonio, meno imposte e contributi rispetto a chi ha redditi più modesti o patrimoni più esigui. Per porre rimedio a questa ingiustizia, l’aumento del prelievo a carico dei più ricchi è oggi una scelta inderogabile”.
Una maggiore trasparenza finanziaria
Il G20 ha l’opportunità di dimostrare un forte impegno nella lotta alla disuguaglianza economica e di fornire una leadership globale in materia. Oxfam chiede ai leader mondiali di rafforzare la cooperazione internazionale in materia fiscale, per rendere più difficile l’occultamento dei capitali all’estero. Il potenziamento dello scambio automatico di informazioni sui conti bancari dei non residenti e la sua estensione alle proprietà immobiliari e ai crypto-asset. La definizione di un nuovo standard globale, che assicuri un prelievo più marcato sui “super ricchi” e l’eliminazione di regimi fiscali dannosi che esasperano la corsa al ribasso tra i Paesi in materia di tassazione personale.
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