Istituita dai Ministeri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e per la Disabilità, è formata da tecnici e rappresentanti delle istituzioni. In sei mesi dovrà individuare gli interventi e le modifiche normative necessari per favorire l’integrazione dei cittadini con disabilità e la piena fruizione dei servizi di mobilità.
Scale, dislivelli, buche, ascensori non funzionanti. Sono solo alcune delle barriere architettoniche che rendono le nostre città inaccessibili alle persone con difficoltà motorie. Per “favorire l’integrazione sociale delle persone con disabilità e rafforzare i loro diritti per la fruizione dei servizi di mobilità”, lo scorso 14 febbraio il governo ha incaricato una Commissione di studio di individuare le azioni necessarie a rimuovere queste barriere dalle nostre comunità.
Una Commissione per studiare e abbattere le barriere
La Commissione di studio è stata istituita con decreto dai Ministri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, e per le Disabilità, Erika Stefani. L’iniziativa – si spiega in un comunicato stampa – “rientra nell’ambito della crescente attenzione delle politiche europee e nazionali alla piena inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità”. La Commissione dovrà dunque promuovere interventi che garantiscano l’accesso al sistema dei servizi di mobilità; questo per favorire l’autonomia e la piena partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità e non autosufficienti.
A fare parte del nuovo organismo saranno: esperti del settore; rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili; del Ministro per le Disabilità; del Ministero dell’Economia e delle Finanze; della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci); dell’Unione delle Province (Upi). Tutti i membri designati forniranno il loro contributo a titolo gratuito.
Dall’abitazione al Cude, sei mesi di tempo per proporre azioni mirate
La Commissione fornirà analisi, supporto e consulenza su diversi aspetti legati alle barriere che impediscono la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita quotidiana. Fra questi, l’adeguatezza e l’effettività dei diritti delle persone con disabilità con riguardo all’abitazione e alla mobilità; il rilancio della legge sull’eliminazione delle barriere architettoniche negli uffici privati; l’incentivazione e la promozione delle politiche locali per l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle città e negli spazi pubblici; l’implementazione degli spazi riservati alle persone con disabilità per il parcheggio gratuito; la verifica dello stato di attuazione della piattaforma nazionale Cude (Contrassegno unificato disabili europeo) che consente ai titolari del Contrassegno il transito nelle Zone a Traffico Limitato anche al di fuori del Comune di residenza.
Entro sei mesi dal suo insediamento, la Commissione presenterà ai Ministri una relazione sull’attività svolta, proponendo azioni mirate e spunti per eventuali modifiche normative.
“La Commissione lavorerà rispettando i principi della progettazione universale ‘design for all’ affinché ogni luogo e ogni servizio sia inclusivo per tutti. Il nostro obiettivo è creare un contesto pienamente inclusivo e accessibile per le persone con disabilità, realizzando così un ambiente sicuro per tutti”. A dichiararlo, la Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, in occasione dell’istituzione della Commissione. A questo scopo “le risorse del PNRR – ha precisato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, – potranno fornire un supporto economico importante per rimuovere gli ostacoli che ancora impediscono una piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita economica e sociale”.
Non solo barriere architettoniche. I “piani” del PNRR
La rimozione delle barriere architettoniche e sensoriali che impediscono la piena accessibilità dei luoghi della cultura (musei, biblioteche e archivi) è un investimento esplicitamente previsto nella Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo). Secondo i dati Istat citati dallo stesso Piano, nel 2018 solo il 53% dei musei, dei monumenti, delle aree archeologiche e dei parchi statali e non statali ha migliorato le proprie strutture rimuovendo le barriere fisiche. Inoltre, solo il 12% ha affrontato il tema delle barriere percettive, culturali e cognitive; alla stregua di quelle fisiche, queste barriere impediscono di fatto la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale.
Ma non solo, perché anche le Missioni 2 ( Rivoluzione verde e transizione ecologica) e 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) prevedono interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie finalizzati a migliorare e rendere accessibili infrastrutture e servizi a tutti i cittadini.
“A questo – spiega il PNRR – concorre in modo determinante la scelta nel Piano di destinare importanti risorse alle infrastrutture sociali funzionali alla realizzazione di politiche a sostegno delle famiglie, dei minori, delle persone con gravi disabilità e degli anziani non autosufficienti. Si tratta di interventi pensati per favorire la socializzazione, sostenere percorsi di vita indipendente, anche con la ristrutturazione di alloggi che sfruttino le tecnologie innovative per superare le barriere fisiche, sensoriali e cognitive che sono di impedimento allo svolgimento autonomo degli atti della vita quotidiana”.
Le agevolazioni fiscali per eliminare le barriere architettoniche in vigore
Intanto, la legge prevede già diverse tipologie di detrazioni fiscali per chi finanzia interventi finalizzati ad abbattere le barriere architettoniche. Per interventi di ristrutturazione edilizia sugli immobili – ricorda l’Agenzia delle Entrate – il Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir, articolo 16-bis, comma 1, lettera e) concede una detrazione Irpef pari al 50% su un importo massimo di 96.000 euro, se la spesa è stata sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2021; al 36%, da calcolare su un importo massimo di 48.000 euro, per le spese effettuate dal 1° gennaio 2022.
Questa agevolazione spetta, ad esempio, per l’installazione di ascensori e montacarichi; oppure di strumenti tecnologici e d robotica che favoriscano la mobilità interna ed esterna delle persone con disabilità grave ai sensi della legge n. 104 del 1992. La detrazione non è però cumulabile con quella del 19% prevista per le spese sanitarie riguardanti i mezzi necessari al sollevamento della persona con disabilità.
Ancora, c’è la nuova detrazione introdotta dalla Legge di Bilancio 2022. Si tratta di una detrazione d’imposta del 75%; può essere applicata alle spese affrontate nel 2022 per la realizzazione di interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti.
Infine, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2021 per favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione alle persone con disabilità grave, è possibile usufruire anche del “Superbonus”; pari ad una detrazione del 110% delle spese. In questo caso, per richiedere l’agevolazione è però necessario che questi lavori siano eseguiti insieme a interventi di isolamento termico o di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti (cosiddetti interventi “trainanti”).
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