Il 2022 ha portato con sé l’indicazione dell’obbligo vaccinale per la nostra categoria, per gli over 50 del nostro Paese, nel tentativo di scongiurare gli effetti del Covid sulla salute della fascia di popolazione da sempre più esposta alle complicazioni di questo virus con cui combattiamo da oramai due anni. È stata una scelta molto discussa, che ha trascinato polemiche sulla libertà individuale di vaccinarsi e – anche – di ammalarsi.
La libertà individuale assoluta può esistere tuttavia solo quando gli esseri umani vengono considerati come singoli individui. Quando la libertà di qualcuno incontra quella altrui nella società, il ragionamento si fa fin da subito ben più complesso.
Così, la libertà di assicurare la propria salute secondo coscienza di ciascuno si scontra con il diritto di tutti a ricevere le cure adeguate. E se le strutture sanitarie non riescono a sostenere terapie intensive e affollamento ospedaliero, è evidente che sia necessario agire per tentare di ridurre questa immensa pressione su ospedali e personale medico. Tutto ciò è indispensabile per garantire le cure adeguate a tutti e a tutte le patologie.
Il vaccino non ci rende certo immuni dal virus, ma è evidente come permetta di attenuarne virulenza e conseguenze. Così, in molti hanno evitato la terapia intensiva o peggio e tutti abbiamo scampato un ulteriore lockdown che comporterebbe un colpo insostenibile per l’economia del Paese. Non dimentichiamo, d’altra parte, che la recrudescenza del Coronavirus e le sue varianti hanno comunque comportato una battuta d’arresto per molte attività economiche, soprattutto per il settore del turismo. Nondimeno, oggi stiamo vivendo un ennesimo momento di incertezza. Con il vaccino obbligatorio, però, non ci si illude di creare “l’immunità di gregge”, che si riferisce all’esaurimento della circolazione del virus, ma si costruisce forse un altro tipo di immunità, quella – si potrebbe dire – di comunità, che vede le persone ragionare non solo in termini individualistici, ma anche in termini di rispetto dei diritti altrui.
La ricerca dell’immunità è tema che accompagna l’uomo da tempi antichissimi: i soli esempi che la mitologia fornisce sono tantissimi, ma l’invincibilità ancora oggi rimane appunto un traguardo mitologico, ossia perlopiù irraggiungibile all’essere umano, per quanto la tecnologia possa aver fatto in tal senso passi da gigante. Ma proprio dalla saggezza antica arriva uno spunto interessante. Come la madre di Achille ne determina la vulnerabilità perché, da bambino, immergendolo nel fiume che lo rende invincibile, lo tiene sollevato proprio per il tallone, così – magari per eccessiva preoccupazione verso noi stessi – a volte tendiamo a procurarci le nostre stesse fragilità. La resistenza all’obbligo vaccinale sembra un po’ quel piccolo tallone che qualcuno si rifiuta a tutti i costi di immergere, ma che può avere conseguenze più grandi di quello che individualmente sembra.
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