Si avvicinano i pieni diritti per le persone che hanno clinicamente superato un tumore. Approvata alla Camera la proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico.
Una volta ottenuto anche il via libera dal Senato, che sarà il prossimo passo, la norma concretizzerà le richieste delle associazioni di pazienti e oncologi che da tempo chiedono pari dignità di trattamento e la fine di ogni forma di discriminazione per chi è guarito dal cancro. Discriminazioni che si riscontrano in problemi bancari, come nel caso dell’accesso a un mutuo, o la difficoltà a poter adottare un figlio.
Il contenuto della proposta di legge sull’oblio oncologico
La proposta di legge contiene disposizioni in materia di parità di trattamento, non discriminazione e garanzia del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche. In pratica, una volta approvata, la Legge consentirà di “non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica”. Il documento, frutto di un lavoro di sintesi di ben nove proposte presentate da diverse forze politiche e dal Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) risponde all’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone che hanno avuto un tumore e che oggi sono considerate “malate per sempre”. Non bisognerà più fare menzione della malattia avuta dopo un determinato periodo di tempo, identificato come dieci anni dal termine delle cure, senza episodi di recidiva, per gli adulti e cinque per i minori di 21 anni.
Si specifica inoltre che il Garante per la protezione dei dati personali vigilerà sull’applicazione delle disposizioni e che entro tre mesi dall’entrata in vigore del provvedimento sarà definito l’elenco di eventuali patologie per le quali si possano applicare termini inferiori a quelli previsti.
Le attuali discriminazioni
Attualmente per sottoscrivere una polizza assicurativa o accendere un mutuo bisogna dichiarare il proprio stato di salute. All’interno dei moduli è necessario rispondere alla specifica domanda sull’aver ricevuto o meno una diagnosi oncologica, senza poi esaminarne i dettagli su esito clinico, tipologia di tumore, condizioni attuali della persona.
Il diritto all’oblio non si applica dunque ai servizi finanziari, ma nemmeno nel mondo del lavoro per concorsi, formazione professionale, carriera e retribuzioni, né a quello delle adozioni e dell’affidamento di minori.
I numeri
Nel 2022 in Italia sono stati diagnosticati 390.700 nuovi casi di tumore, contro i 376.600 del 2020, dei quali 205.000 riguardano gli uomini e 185.700 le donne. Gli italiani con una patologia oncologica sono circa 3,6 milioni, e di questi almeno un milione può dichiararsi guarito. “Il testo di legge italiano è un modello da imitare anche da parte degli altri paesi europei – ha dichiarato Elisabetta Iannelli, segretaria generale Favo, Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia – avendo previsto non solo il diritto all’oblio ma anche la prevenzione più in generale delle discriminazioni per i malati di cancro. Una bella pagina della politica italiana, unita per il riconoscimento di un diritto universale, il ritorno alla vita dopo il cancro, perché la guarigione clinica deve corrispondere a quella sociale.”
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