Siamo tutti chiamati a compiere azioni responsabili e consapevoli affinché la parità e l’uguaglianza di genere siano una costante in ogni ambito della vita che riguardi la sfera privata e quella pubblica. Una comunità senza soprusi e prepotenze è una comunità sana frutto di lungimiranza politica, di progresso e ricchezza.
La lotta per i diritti delle donne non è solo una scelta o una questione di giustizia sociale, è anche un imperativo morale che richiede un’azione concreta e sostenuta, a beneficio di tutti, della comunità. Le scarpette rosse, le mimose – spesso accompagnate da eclettiche scatole di cioccolatini – i dibattiti nei talk show dei programmi di grido, sono importanti ma non sono la soluzione e nemmeno l’alternativa, perché ogni giorno, in qualsiasi contesto, noi donne dobbiamo difendere i nostri diritti. Lo facciamo in maniera silenziosa e, quando necessario, con rumore. Lo facciamo perché nonostante quella in cui viviamo sia una società progressista (almeno sulla carta), si fa ancora fatica a mettere sullo stesso piano gli uomini e le donne. Senza infilarci nelle maglie del diritto, senza ripercorrere tappe storiche che pure hanno fatto compiere passi avanti alla parità di genere, limitiamoci alla vita quotidiana. Noi donne abbiamo, prima di tutto, il diritto a essere felici e questo dipende molto dalle scelte che decidiamo di compiere ogni giorno. Le nostre scelte, però, non devono diventare il tema di un’etichetta sociale, devono essere accettate e condivise alla stregua delle scelte che compiono gli uomini. Perché a noi viene chiesto come e se abbiamo difficoltà a ‘incastrare’ la vita privata con il lavoro? Avete mai sentito fare la stessa domanda a un uomo? Perché ci stupiamo quando a ricoprire un ruolo importante è una donna e non ci stupiamo quando lo stesso viene affidato agli uomini? Siamo figlie e figli di un retaggio culturale che vuole ancora la donna ‘angelo del focolare’? La storia parla per noi. Tante le battaglie condotte in nome di un diritto, a difesa dello stesso. Certo, ogni battaglia è stata e sarà sempre figlia dei tempi ma non è mai il tempo di smettere. E in questo siamo tutti coinvolti. Lo siamo noi, donne e uomini, lo sono i nostri figli, i nostri nipoti, lo è la società educante, lo sono le istituzioni e lo è la politica. La difesa dei diritti delle donne riguarda tutti ed è dovere di ognuno fare in modo che i diritti vengano tutelati. Penso all’adozione e all’attuazione di leggi che proteggano tutte, l’istituzione di programmi che promuovano l’uguaglianza di genere nell’istruzione e nell’occupazione; penso alla creazione di politiche pubbliche che contrastino la violenza di genere in tutte le sue forme e che facciano in modo che i ricchi e i meno abbienti abbiano le stesse possibilità perché è solo partendo da una base comune che si arriva lontano. Immaginate degli atleti ai nastri di partenza: è quello il punto da cui partire per vincere la corsa, ma il punto è uguale per tutti e si arriva primi o ultimi solo grazie alle capacità di ognuno, indipendentemente dal sesso, dal ceto sociale e dal paese di provenienza. Lo stesso principio deve governare tutti gli ambiti della vita. Affinché la nostra dignità e la nostra autonomia non siano calpestate.
© Riproduzione riservata