L’Europa guarda al futuro con la direttiva Case Green. Dallo stato edilizio del nostro Paese agli obiettivi ipotizzati per il 2050: tutto quello che c’è da sapere.
L’obiettivo è chiudere la partita nel minor tempo possibile. Non senza, però, qualche attrito e frizione. Il mese di ottobre dovrebbe essere dirimente in questo senso. Stiamo parlando della Direttiva sulle case green voluta dall’Europa che prevede il miglioramento della prestazione energetica dei nostri edifici, proprio quelli in cui abitiamo, entro il 2030. Il tutto destinato a culminare nel 2050 quando ci si aspetta di azzerare le emissioni di gas serra nel settore residenziale.
Gli obiettivi ‘Case Green’
Lo scopo è chiaro, anche se complesso: ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050. Perché? Si punta alla riqualificazione dell’intero parco immobiliare europeo per efficientarne la prestazione energetica.
Lo stato edilizio del nostro Paese
In Italia – secondo rilievi condotti dall’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) – gli stabili residenziali sono in totale 12 milioni. Di essi, oltre 9 milioni non risulterebbero in linea con le performance energetiche richieste dalla direttiva Case Green. Il problema, dunque, qual è? È che potrebbero occorrere almeno 60mila euro per effettuare gli adeguamenti di ogni singolo appartamento: tema che, come è chiaro, sta facendo discutere in più parti d’Europa.
Il “Trilogo” di ottobre
L’incontro di oggi – il cosiddetto trilogo, ovvero il negoziato fra Parlamento, Consiglio e Commissione UE sull’EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) – dovrebbe rivelarsi dirimente per quella che si preannuncia come un’ulteriore trattativa volta ad addrizzare sempre più il tiro. La terza, per l’esattezza. L’incognita – almeno dalle nostre parti – è che tenendo conto del tasso di rinnovamento nel nostro Paese precedente al Superbonus – destinato, come si sa, all’estinzione -, per riqualificare il 15% di edifici (quelli più energivori) occorrerebbero circa 630 anni. Nulla, se si pensa che per la decarbonizzazione totale fissata al 2050 di anni ne servirebbero addirittura 3.800. Sempre stando all’ANCE.
Cosa prevede la direttiva al momento
Ma facciamo un passo indietro: cosa prevede, al momento e in sintesi, la Direttiva case green? Il testo richiede che gli edifici residenziali raggiungano la classe E entro il 2030, D entro il 2033 mentre nella G potranno restare solo le abitazioni con prestazioni sotto le precedenti soglie. Comunque, non più del 15% del patrimonio immobiliare totale presente in ogni nazione.
Trattative sulla flessibilità
Le trattive – che culmineranno col voto di oggi, 12 ottobre – hanno lo scopo di stabilire la flessibilità dell’impianto normativo. È notizia di pochi giorni fa il reinserimento del riferimento a sanzioni che prima era stato cancellato. In sostanza: chi non si adegua, paga. Ma, appunto, la partita resta aperta e il piano assai scivoloso andando la norma a incidere sulle risorse delle famiglie, pena l’impossibilità di vendere o affittare il bene edilizio in caso di mancato adeguamento dell’immobile.
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