Dagli Stati Uniti arriva la proposta di segnalare il rischio di dipendenza da social network. Un “alert” con etichette apposite pensate per i più giovani
La proposta arriva dagli Stati Uniti dove Vivek Murthy, capo operativo del Public Health service commissioned corps e portavoce della sanità pubblica americana. Murthy ha proposto di inserire nelle piattaforme delle “etichette” di avvertimento soprattutto per i più giovani, sul modello di quelle che compaiono sui pacchetti di sigarette.
La proposta per combattere la dipendenza da social network
L’idea è che su ogni piattaforma compaia una nota dove si spiega che i social sono associati a danni significativi per la salute mentale. Siccome secondo la legge in Usa non può essere l’autorità sanitaria a introdurre un messaggio di questo tipo, Murthy ha esortato il Congresso a intervenire. Un’urgenza data dallo stato di salute mentale degli adolescenti e il nesso con il tempo trascorso sui social, che incrementerebbe i sintomi di ansia e depressione.
Analogia con il tabagismo
Gli studi condotti sull’uso del tabacco hanno dimostrato che gli avvisi sulla pericolosità del fumo possono essere efficaci nell’aumentare la consapevolezza e spingere a un cambio di comportamento. In questo caso le prime etichette furono introdotte nel 1965, dopo un rapporto del Surgeon General, quando il Congresso votò per richiedere di apporre l’avvertenza sui rischi per la salute sui pacchetti di sigarette. Da allora al 2021 la percentuale di fumatori nella popolazione americana adulta è scesa dal 42% all’11,5%.
Il dibattito sulla pericolosità dei social
Negli Usa è in corso un dibattito sulle possibili responsabilità dei social rispetto ai problemi di salute mentale in adolescenza. In Francia è stata avanzata una proposta di legge che sposta l’età minima per l’utilizzo dei social dai 13 ai 16 anni. Anche in Italia l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha suggerito di alzare il limite di età dai 14 ai 16 anni. Si è anche ipotizzato di vincolare l’accesso ai social all’introduzione di una sorta di Spid per verificare l’identità e dunque l’età del soggetto. Anche se i social sono già in grado di raccogliere i dati sui propri utenti, senza bisogno di utilizzare altre forme di autenticazione all’ingresso.
Nel frattempo il Parlamento europeo ha approvato il Digital Services Act che imporrà alle piattaforme controlli più stringenti per la tutela dei minori.
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