L’Unione Europea punta alla digitalizzazione in fatto di sicurezza sociale. Un modo per semplificare, ridurre la burocrazia e tutelare i diritti sociali dei cittadini.
Alla vigilia dell’anniversario del 1° novembre prossimo, che segnerà i trent’anni dall’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, l’Europa ha deciso di semplificare la burocrazia in materia di diritti sociali maturati dai cittadini che si spostano dal proprio Paese ad un altro. Nell’UE, quindi, si pensa alla realizzazione di un’unica tessera per tutti i cittadini.
Cosa rientra nella sicurezza sociale?
Pensioni di vecchiaia, sussidi di disoccupazione, certificati di infortuni sul lavoro rientrano nel sistema dei diritti che fa riferimento alla sicurezza sociale. Non sempre infatti il reciproco riconoscimento, fra un Paese e l’altro, è facile da ottenere, nonostante esista un quadro normativo che lo prevede (il regolamento 883 del 2004).
Nell’UE esistono 253 milioni di tessere assicurative europee e 2 milioni di documenti che si riferiscono all’assistenza sanitaria all’estero. Senza contare i 6 milioni di cittadini pensionati che vivono in Stati diversi da quello di origine.
Lo Sportello digitale unico e il Progetto EESSI
Già introdotto nel 2018 ma mai attuato, questo sportello sarà ufficialmente online dal prossimo 12 dicembre. Consentirà di accedere a 21 procedure amministrative attraverso un unico portale, Your Europe, che rilascerà certificati digitali validi in tutta l’Unione Europea.
Entro il 2024, la Commissione europea punta anche alla realizzazione di un sistema informatico di scambio elettronico di informazioni fra le Amministrazioni dei Paesi membri. Si tratta dell’EESSI, ovvero Electronic Exchange of Social Security Information. Consentirà a chi viaggia o si sposta all’estero per lavoro di poter interagire con le istituzioni.
La Tessera europea unica di sicurezza sociale ESSPASS (European Social Security Pass)
L’obiettivo più ambizioso è la creazione di una Tessera europea di sicurezza sociale. Una tessera unica, appunto, che contenga l’identità digitale dei cittadini dell’UE e i loro documenti in formato digitale: l’ESSPASS, European Social Security Pass.
Diversi Paesi stanno già sperimentando una tecnologia analoga. In Italia l’Inps ha cercato di digitalizzare i dati del Documento portatile A1, quello che occorre per svolgere attività lavorative in UE e in Svizzera, che utilizza l’estrazione di dati e l’intelligenza artificiale per individuare i casi di errore o di eventuale frode nella concessione delle prestazioni sociali. Il Belgio invece ha già digitalizzato l’intero processo e ormai l’80% delle domande del certificato avviene completamente in forma automatizzata.
© Riproduzione riservata