Londra, Downing Street numero 10, è l’indirizzo ufficiale del Primo Ministro britannico fin dal 1735. Dietro il suo elegante portone nero da 275 anni si prendono le decisioni più importanti del Governo di Sua Maestà. Personaggi politici del calibro di Winston Churchill e Margaret Thatcher vi hanno ricevuto Re e Capi di Stato. Qui, dal 15 Febbraio del 2011 vive Larry, il primo gatto insignito ufficialmente del prestigioso titolo di “Acchiappatopi in Capo”. Da allora si sono succeduti ben tre premier e il Regno Unito ha intrapreso il travagliato percorso della Brexit.
Dal rifugio per animali alle stanze del potere
L’eminente felino è stato reclutato presso una Associazione animalista, la Battersea Dogs & Cats Home, proprio per le sue spiccate doti di infallibile cacciatore. Da allora, in realtà, più dei roditori di strada ha catturato i cuori di milioni di inglesi e amanti degli animali di tutto il mondo, offrendosi spavaldamente all’obiettivo dei fotografi in paziente attesa di una sua posa da immortalare.
I gatti in realtà sono una presenza abituale nelle stanze della Residenza. Come Jock, il micio dal pelo rosso di sir Winston Churchill, o Wilberforce, il gatto di Edward Heath, Primo Ministro inglese degli Anni ’70. La sua nomina riprende dunque una lunga tradizione interrotta nel 1997 con Humphrey, ultimo cacciatore ufficiale di topi a Downing Street, arrivato a Downing Street con Margareth Thatcher e rimasto al suo posto per ben 18 anni. In seguito il compito era stato affidato a Sybil, il gatto del Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling. Ma Sybil non si era ambientato e nel 2007 era stato rispedito in Scozia, lasciando l’incarico vacante. Fino all’arrivo di Larry.
I rapporti con i vicini e i capi di Stato
L’ultimo Acchiappatopi con licenza di uccidere ha da sempre un rapporto cordiale con i giornalisti, che non mancano mai di consegnargli qualche leccornia. Ma non si è mai tirato indietro per questioni di supremazia felina, ad esempio quando si è trattato di menare le zampe contro il suo “antagonista” Palmerston, il felino del Foreign Office. Con i capi di Stato si relaziona in maniera altalenante. Pare che si sia fatto accarezzare da Barack Obama e invece abbia mostrato un comportamento particolarmente ostinato con Donald Trump, rifiutandosi di uscire dalla Limousine blindata sotto la quale si era nascosto.
Scommettiamo che…?
La vigilia dello scorso Natale, davanti ai giornalisti in attesa dell’annuncio di un accordo commerciale sulla Brexit, Larry si è lanciato all’inseguimento di un ignaro piccione di passaggio, provocando sussulti di eccitazione. Il piccione è poi volato via, illeso, ma l’avvenimento ha scatenato una ridda di immancabili scommesse.
Quando gli animali scendono in politica
Secondo lo storico inglese Anthony Seldon, in una nazione di amanti degli animali, un gatto a Downing Street gioca un ruolo cruciale nelle pubbliche relazioni, aiutando ad “umanizzare” la figura del Primo Ministro. Inoltre, in tempi di crisi come questi, agisce come “elemento di distrazione” svolgendo contemporaneamente un ruolo di collante tra politici ed elettori. E se poi non tutti amano i gatti c’è anche chi, come Boris Johnson, sceglie per par condicio di prendere anche un cane.
Per chi è a caccia di memorie e aneddoti
Pur mantenendo un dignitoso silenzio in pubblico, il 14enne Larry ha raccolto le sue memorie in un libro intitolato The Larry Diaries (ovvero “I Diari di Larry”), per la verità scritto del giornalista James Robinson. Ma i suoi fan possono seguirne le gesta su Twitter, dove vanta l’esilarante profilo “Larry the Cat” (@Number10cat), seguito da oltre 433mila followers.
Contattato tramite i Social, l’autore dell’account ha assicurato di essere solo il portavoce dell’ineffabile felino, del quale giura di riportare fedelmente ogni pensiero. «Vi ricordo che io vivo qui in pianta stabile, mentre i politici rimangono solo fino a quando non vengono licenziati», ammonisce dalla sua pagina Larry. «Prima o poi tutti capiranno che qui l’unico a comandare sono io».
(Foto apertura: Bart Lenoir/Shutterstock.com)
© Riproduzione riservata