Una ricerca sul plasma ha dimostrato che un esame del sangue può servire a identificare precocemente 67 malattie, fra le quali diversi tipi di tumore, il diabete, la demenza, la leucemia, la cataratta, la gotta, l’artrite e la cirrosi epatica
In futuro un semplice test del sangue che analizza le proteine nel plasma potrà fornirci una diagnosi davvero precoce per un vasto numero di patologie. È quanto emerge da uno studio, pubblicato su Nature Medicine, nato dalla collaborazione tra l’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline, l’Università di Cambridge, l’Università Queen Mary di Londra e l’Istituto di Sanità di Berlino. Queste patologie, secondo gli scienziati, hanno firme proteiche distintive che le caratterizzano prima del manifestarsi dei sintomi.
Lo studio sulla diagnosi tramite il plasma
I ricercatori hanno studiato le proteine presenti nel plasma sanguigno di oltre 40mila partecipanti alla Uk Biobank, e grazie all’Intelligenza Artificiale le hanno confrontate con i dati di cartelle cliniche di soggetti affetti dalle diverse patologie. I marcatori proteici si sono rivelati più efficaci nel predire una malattia rispetto agli attuali test dell’emocromo, dei livelli di colesterolo, della funzionalità renale e della glicemia.
In totale sono state testate 218 diverse malattie e le proteine sono state in grado di identificarne 67 con un’accuratezza superiore ai metodi attuali.
Si tratta del più vasto studio di proteomica, la disciplina che analizza l’insieme delle proteine prodotte dall’organismo umano: per ciascun disturbo, gli scienziati hanno individuato una firma specifica, costituita dalle proteine più importanti, in un numero da cinque a venti.
Prospettive future
La ricerca apre la strada a nuove prospettive di diagnosi precoce tramite plasma, anche per malattie rare che oggi richiedono tempi di diagnosi ancora molto lunghi. Le proteine del plasma infatti si confermano una fonte importante di informazioni, come già aveva dimostrato un altro studio di alcuni mesi fa, pubblicato su Nature Communications, che aveva portato alla scoperta di 618 proteine presenti nel sangue e indicative di 19 forme tumorali. Fra queste, 107 si erano rivelate in grado di “predire” lo sviluppo della malattia ben sette anni prima delle sue manifestazioni.
Il prossimo passo sarà quello di riprodurre la ricerca di proteine in popolazioni di diversi gruppi etnici, in modo da estendere la validità del metodo il più possibile e convalidare i risultati. La sfida successiva sarà quella di sviluppare dei farmaci ad hoc che possano lavorare sui soggetti ad alto rischio per le patologie individuate.
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