Il diabete di tipo 2 rappresenta una delle patologie croniche a più larga diffusione nel mondo, e si calcola che nel 2030 i pazienti che ne sono affetti saranno 400 milioni. Nella cura e nella prevenzione di eventuali complicazioni, l’adozione di un regime alimentare corretto rappresenta un fattore protettivo, anche se spesso la persona diabetica è poco consapevole di quali siano le basi di una sana alimentazione adatta alla sua condizione.
Un’indagine del Centro di ricerca dell’Università Cattolica nel campus di Cremona EngageMinds HUB, svolta nell’ambito del progetto “FooDia-Net, migliorare la food literacy e l’engagement dei pazienti col diabete”, finanziato dal Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha messo in luce che meno di una persona con diabete su quattro (il 24%) è consapevole di come alimentarsi efficacemente per il controllo glicemico, e quasi un paziente su tre, il 30%, non è veramente interessato alla propria terapia e alla corretta gestione della malattia.
Lo studio
L’indagine ha coinvolto 241 persone, appartenenti a due fasce di età: dai 41 ai 60 anni e dai 61 agli ottanta anni. Di questi, solo il 66% ha evidenziato un livello di alfabetizzazione sanitaria riferibile al diabete e alla sua gestione, mentre il 9% risulta avere gravi carenze di conoscenza e il restante 25% nozioni appena sufficienti. Il 30% del campione risulta anche scarsamente coinvolto nella gestione della terapia, e nell’includerla nel suo stile di vita.
Al campione sono state rivolte alcune domande sulle conoscenze alimentari in relazione al diabete: il 19% ha risposto correttamente a meno della metà dei quesiti, il 23% ha risposto correttamente a quasi tutto il questionario.
In base alle risposte è stato possibile tracciare tre profili di pazienti: quelli di livello basic, che dimostrano di avere conoscenze appena sufficienti sulla patologia e la sua gestione, e che delegano al professionista la loro cura, quelli di livello medium, con buone conoscenze circa il diabete e l’alimentazione dedicata, più indipendenti nella cura ma che identificano il medico come guida, e quelli di livello avanzato con ottime conoscenze ed accettazione della propria condizione.
Il progetto di alfabetizzazione alimentare
Il progetto ha sviluppato una piattaforma digitale per l’educazione alimentare e il coinvolgimento attivo del paziente, è stato realizzato da un consorzio di cinque regioni italiane, Puglia, Marche, Lazio, Toscana e Lombardia e ha coinvolto finora 166 pazienti per un corso personalizzato che potesse aumentare i livelli di alfabetizzazione rispetto all’alimentazione e al diabete. I primi risultati hanno mostrato come, su un totale di 166 pazienti sensibilizzati, 79 non si siano iscritti alla piattaforma (48%), 41 si siano iscritti senza completare il corso (25%) e 38 abbiano completato il corso (23%). E fra i virtuosi ci sarebbero proprio i soggetti più anziani.
Un importante obiettivo raggiunto, anche se parziale per i numeri coinvolti, è stato quello di creare un dialogo fra esperti professionisti sanitari provenienti da diverse regioni e discipline, che hanno collaborato in equipe nell’accompagnamento di ogni singolo paziente che ha preso parte al percorso educativo, aumentandone la fiducia e la conoscenza interdisciplinare della propria condizione.
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