Il 23 luglio si celebrerà la terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, un appuntamento voluto da Papa Francesco che quest’anno sarà dedicato al tema “Di generazione in generazione la sua misericordia”. La ricorrenza si lega a doppio filo a un’altra manifestazione la Giornata Mondiale della Gioventù, organizzata a Lisbona dal 1° al 6 agosto
Era il 28 settembre 2014 quando Papa Francesco incontrò gli anziani in Piazza San Pietro, in quello che ha definito “uno dei momenti più belli” dei suoi dieci anni di pontificato, festeggiati quest’anno. È bello in qualche modo ipotizzare che proprio quell’incontro sia stato il seme che ha portato il Pontefice, qualche tempo dopo, ad istituire ogni quarta domenica di luglio (in prossimità della memoria liturgica dei Santi Gioacchino ed Anna: i biblici “nonni” di Gesù) la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani per richiamare l’attenzione su una categoria a volte data per scontata, altre trascurata, ricordandone così il valore e incoraggiando azioni in loro favore. Arrivati alla terza edizione, il tema della Giornata scelto per il 2023 rilancia con un tema di grande impatto: “Di generazione in generazione la sua misericordia”, gettando così un ponte ideale con la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Lisbona dall’1º al 6 agosto.
Nel presente, giovani e anziani vivono un’analoga condizione di fragilizzazione, per motivi opposti e complementari: l’impatto dirompente delle nuove tecnologie, l’indebolimento dell’istituzione famigliare, l’accelerazione dei tempi della vita, le grandi difficoltà a garantire livelli di welfare adeguati, dalla scuola alla salute, disorientano, creano nuove solitudini e lasciano senza punti di riferimento. Esiste poi, soprattutto nel nostro Paese ma non solo, un tema che lega le generazioni e la sostenibilità del sistema, quello della demografia: laddove nascono sempre meno bambini e la vita si allunga, proprio il dialogo e l’alleanza intergenerazionale diventa sempre più essenziale.
È un argomento etico, certamente, ma non è di meno un tema sociale e politico, che va messo a terra nella quotidianità della vita di ognuno e nelle scelte di comunità, come sono quelle associative. Coinvolgere i giovani, per un’organizzazione come 50&Più, dunque, si può e si deve. A volte può bastare davvero poco: la stessa passione calcistica o sportiva, gli stessi gusti in fatto di hobby e tempo libero, la stessa curiosità verso le novità, un modello di vita fatto di condivisione e voglia di essere – e rimanere – attivi sono le scintille che accendono la comprensione reciproca e i mattoni che costruiscono un dialogo solido. Anche perché così facendo, molto spesso, si capisce che può cambiare il mondo, ma una costante rimane valida: si cambia il mondo in meglio solo quando le generazioni sanno parlarsi, sanno aiutarsi, sanno considerarsi indispensabili gli uni per gli altri, di generazione in generazione.
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