Un’alimentazione troppo satura di cibi ultra-trasformati può essere nociva a lungo andare. Insaccati, gelati, cereali raffinati e pane di produzione industriale sembrano avere un peso sullo sviluppo di un eventuale declino cognitivo.
“L’uomo è ciò che mangia”, sosteneva Ludwig Feuerbach. Quello che intendeva dire il noto filosofo, nella seconda metà dell’Ottocento, è che il cibo che assumiamo non influenza solo il corpo, ma anche la psiche e il comportamento. Un rapporto, quello tra corpo, mente e cibo, già chiaro ai tempi di Ippocrate. Il famoso medico greco, infatti, era solito affermare: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”.
Oggi arriva un’ulteriore conferma a tutto questo grazie ai risultati di una ricerca condotta dalla Facoltà di Medicina dell’Università di San Paolo, in Brasile. L’indagine, pubblicata su Jama Neurology, ha messo in relazione il consumo di alimenti ultra-processati con la maggiore incidenza di declino cognitivo.
Consumare troppi alimenti processati porterebbe danni al cervello
Gli studiosi hanno considerato un campione di 10.775 persone, di età compresa fra i 35 e i 74 anni, e li hanno valutati nel corso del tempo, dal 2008 al 2019. Le prestazioni cognitive dei partecipanti sono state verificate tramite test standardizzati, fra cui quelli di memoria, di elenchi di parole di riconoscimento e fluidità verbale.
Negli otto anni di studio è stato dimostrato che il consumo di questi alimenti in quantità superiore al 19,9% del fabbisogno giornaliero di calorie, era associabile a un declino più rapido del 28% delle prestazioni cognitive generali, e del 25% della funzione esecutiva. Le cause sarebbero legate a lesioni cerebrovascolari o processi infiammatori cronici che colpiscono il cervello in seguito ad un consumo abituale di cibi “industriali”.
Si tratta, ovviamente, di dati che necessitano di ulteriori conferme. Ma suggeriscono che limitare le quantità di prodotti ultra processati potrebbe aiutare a contrastare il decadimento cognitivo in età adulta.
La soluzione? Servono più cibi naturali nel piatto
Gli alimenti altamente trasformati, precotti, artefatti, ricchi di additivi, dovrebbero di norma essere sostituiti da cibi più naturali, perché contengono elevate quantità di grassi saturi. A produrli è lo stesso processo industriale di idrogenazione, che consiste nel disgregare e assemblare di nuovo chimicamente i grassi vegetali di basso costo.
Bisogna quindi fare attenzione ai prodotti da forno industriali, dolci e salati, ai fritti. E in generale vanno evitati tutti quegli alimenti che riportano fra gli ingredienti la dicitura “grassi idrogenati” o “parzialmente idrogenati”.
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