Complici il lockdown e le norme di distanziamento sociale, vanno affermandosi sempre le “cucine nascoste” o “dark kitchen”, cucine professionali senza sala ristorante, concepite per preparare piatti che poi verranno consegnati a domicilio dai rider.
Poche settimane ancora e il 2020 volgerà al termine. E come ogni anno è tempo di bilanci e di nuovi propositi, specialmente in questo momento di grandi cambiamenti.
Le esigenze dettate dalla lotta al Covid-19, infatti, hanno toccato tutti, cambiando le carte in tavola. Soprattutto per chi “a tavola” ci lavora. Così, vanno affermandosi sempre di più le “cucine nascoste” o dark kitchen. Quando ordiniamo del cibo sulle app più famose, infatti, solitamente il ristorante scelto prepara la nostra consegna e la affida ad un fattorino esterno. Ma esistono piattaforme che si prendono carico di tutto il processo: dalla cucina dei piatti alla consegna.
E la preparazione delle pietanze viene effettuata proprio nelle dark kitchen (chiamate anche cloud o ghost kitchen). Nomi che potrebbero far pensare ad ambienti tetri e cupi, ma che in realtà si riferiscono a tutt’altro. Si tratta, infatti, di cucine professionali senza una sala ristorante, concepite appositamente per preparare i piatti che verranno poi consegnati a domicilio dai rider. Dei veri e propri laboratori dove la velocità dell’esecuzione dei piatti è un punto fondamentale.
Un fenomeno mondiale che, complici il lockdown e le norme di distanziamento sociale, ha avuto una vera e propria esplosione quest’anno. In Italia, ad esempio, Alida Gotta e Maurizio Rosazza Prin, ex concorrenti di Masterchef, hanno dato vita alla Delivery Valley, innovativa start up aperta a giugno 2020. Una realtà che, in meno di sei mesi e in questi tempi incerti, ha già effettuato più di 10mila ordini e assunto tre dipendenti a tempo indeterminato.
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