Finalmente anche l’Unione Europea ha la sue prime norme sulla class action. D’ora in poi gruppi di consumatori Ue, se lo vorranno, potranno avviare un procedimento giudiziario collettivo per ottenere un risarcimento danni dalle imprese.
Protezione dei dati, servizi finanziari, viaggi e turismo, energia, telecomunicazioni, ambiente e salute saranno i settori che potranno essere chiamati in causa dalle azioni collettive.
Europarlamento e Consiglio Ue hanno infatti raggiunto un accordo e lo scorso 22 giugno hanno approvato una proposta di legge che favorisce il ricorso collettivo dei consumatori. La proposta fa parte di un più vasto pacchetto di riforme volte a migliorare la tutela dei consumatori europei.
Cosa si intende per class action
La class action è un particolare tipo di azione legale. Può essere condotta da un gruppo di cittadini, purché il danno subìto sia frutto del medesimo comportamento scorretto. Data la vastità del mercato, gli operatori commerciali che infrangono le leggi dell’Unione Europea possono, infatti, colpire milioni di consumatori con un solo atto. Possono farlo, ad esempio, con la stessa pubblicità ingannevole o con le stesse clausole abusive presenti nei contratti. Un esempio eclatante è il recente caso Volkswagen, passato alla storia come Dieselgate.
Lo scandalo Dieselgate e la class action tedesca
Facciamo a questo punto un passo indietro. Nel 2005 la nota casa automobilistica tedesca finisce nell’occhio del ciclone. Scoppia uno scandalo quando si scopre che veniva utilizzato un software che falsificava i dati sulle emissioni dei modelli a gasolio. In questo modo, infatti, le stesse risultano inferiori rispetto a quanto ufficialmente dichiarato.
Varie associazioni di consumatori, quali Altroconsumo in Italia, Test-Achats in Belgio, OCU in Spagna, e DECO in Portogallo, avviano class action nei rispettivi Paesi. Tuttavia, al momento, solo in Germania il procedimento collettivo ha portato ad un maxi risarcimento da 830 milioni di euro. Dunque, i singoli consumatori tedeschi hanno ora diritto ad un risarcimento che varia dai 1.350 ai 6.257 euro, a seconda dell’età e del modello di auto acquistata.
Monique Goyens, direttrice di Beuc, gruppo che riunisce 44 organizzazioni di consumatori di 32 Paesi, ha dichiarato alla stampa: «Se una società come Volkswagen può ignorare il pregiudizio arrecato a otto milioni di consumatori solo perché il ricorso in giustizia è troppo oneroso, è chiaro che una legge sulle class actions è necessaria».
Cosa prevede la normativa dell’Unione Europea sulla class action
Il progetto risponde a due requisiti: la protezione del consumatore e la tutela dell’azienda da eventuali azioni legali abusive. A tal fine prevede l’abbandono immediato di cause prive di fondamento e il principio del “chi perde paga”. Le cause – come già detto – potranno riguardare svariati settori: tutela dei dati personali, servizi finanziari, viaggi e turismo, energia, telecomunicazioni, ambiente e salute, diritti dei passeggeri del trasporto ferroviario e aereo nonché diritto del consumo in generale.
In tal senso, può essere uno strumento di maggior tutela per i viaggiatori penalizzati dalla soppressione dei voli a causa del Covid-19. Ma non bisogna immaginare una class action sul modello americano, con grandi studi legali impegnati in risarcimenti miliardari. Al momento è stato stabilito che ciascun Paese membro deve nominare un’organizzazione o un ente, autorizzati ad agire con ricorsi collettivi in difesa del consumatore. Queste associazioni devono essere no profit e indipendenti da terzi, portatori di interessi in contrasto con quelli del consumatore.
I prossimi passi
Superata l’approvazione del Parlamento e del Consiglio, la direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. A quel punto i Paesi avranno 24 mesi per trasporre il testo nella legislazione nazionale e altri 6 mesi per iniziare ad applicarlo. La proposta europea di fatto estende a tutti gli Stati Membri una normativa già esistente in alcuni Paesi, tra i quali l’Italia.
La class action in Italia
Nel nostro Paese la materia è regolata dalla Legge 12 aprile 2019, nr. 31, la quale riforma la disciplina preesistente del 2005. Attualmente possono promuovere una class action tutti coloro che chiedono un risarcimento per la lesione dei cosiddetti “diritti individuali omogenei” (nati da un unico comportamento scorretto). Destinatari dell’azione di classe sono le imprese e gli enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità.
La nuova legge prevede una partecipazione più massiccia da parte dei cittadini, perché consente ai danneggiati di aderire anche dopo la sentenza di accoglimento. Secondo le associazioni di categoria è migliorabile (per esempio, non si possono promuovere azioni legali contro la Pubblica Amministrazione), ma si tratta pur sempre di uno strumento efficace. Inoltre, uno Stato che tuteli i cittadini dai comportamenti scorretti delle aziende, accresce la fiducia degli stessi e premia di fatto le imprese più oneste e lungimiranti.
© Riproduzione riservata