Via le catene dagli animali! Lo ha deciso la Regione Lazio che finalmente ha vietato per legge la detenzione con catene di cani e di tutti gli animali d’affezione. Sono previste pene pesanti per i trasgressori, che rischiano anche multe fino a 2.500 euro.
Da anni l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) puntava il dito contro questa pratica, fonte di stress e sofferenze, che è ancora molto diffusa in Italia. Ma il provvedimento della Regione Lazio rappresenta un traguardo importante. Il divieto modifica la legge regionale “Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo”, attraverso un emendamento alle disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale, approvata dal Consiglio regionale ai primi di agosto.
Il provvedimento contempla una singola eccezione: continua a rimanere possibile limitare la libertà degli animali qualora ci siano motivi di salute. Ad esempio a seguito di un intervento chirurgico, a patto che venga certificato da un medico veterinario. Bisogna infatti attestare la diagnosi e la durata del trattamento.
Piena soddisfazione per l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali. «Finalmente anche la Regione Lazio ha introdotto questo divieto», è stato il commento di Rita Corboli, delegata Oipa di Roma, che ha ribadito come, quella dei cani legati a catena, sia una pratica crudele. «Nei roghi di questa estate – ha aggiunto la portavoce – ha causato la morte di molti animali arsi vivi, senza possibilità di sfuggire alle fiamme». Una fine atroce dunque, che non deve più ripetersi.
L’assenza di un provvedimento nazionale
In Italia il benessere animale è ancora poco tutelato. Non esiste infatti una legge nazionale che proibisca l’uso di corda o catene. Ed è soltanto in Umbria e Campania – e ora nel Lazio – che questo divieto è in atto. Altre Regioni non prevedono alcuna regolamentazione in materia o, se la hanno, presentano troppe deroghe.
L’Oipa si augura che questa presa di posizione della Regione Lazio possa fare da apripista, e portare tanti altri governatori ad attuare provvedimenti per porre fine a questa pratica di maltrattamento. Le conseguenze per gli animali, infatti, sono terribili e fanno leva sullo stato psicologico, emotivo e ovviamente fisico.
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