Natale è appena passato, ma le attività nel laboratorio di Guido continuano a fervere senza sosta. La sua missione infatti non conosce pause, va avanti con passione tutto l’anno: Guido aggiusta giocattoli da donare ai bambini meno fortunati, dando loro una seconda vita. E così le bambole ritrovano le gambe, i cavallucci il loro dondolio e le macchinine le loro ruote.
Guido (in arte “Guido Aggiustagiocattoli”) nel suo laboratorio nella sede romana dell’Associazione “Salvamamme”, l’associazione con cui collabora come volontario, controlla tutti i giocattoli logori e rotti che passano di lì. È un vero genio della tecnica: con un cacciavite, un poco di colla e tanta creatività riesce a dare una seconda vita a piccoli e grandi giocattoli, scartati perché troppo vecchi o usurati.
All’Associazione i giocattoli arrivano sia dalle grandi catene, che se ne liberano perché difettosi, sia dagli altri bambini, ormai troppo cresciuti per continuare ad usarli. Ma come far sì che una bambola torni a camminare, piangere o parlare, o un trenino e una macchina a correre? È qui che entra in campo “Guido Aggiustagiocattoli” che, pensionato Alitalia, è un vero e proprio genio della tecnica.
«Dopo 37 anni in Alitalia sono andato in pensione e da quel momento ho trovato un nuovo lavoro, qui», racconta Guido che porta un cognome importante: Pacelli “come il vecchio Papa, ma non siamo parenti”, precisa lui, romano sessantaseienne. A colpirlo al cuore, dopo anni di lavoro come caporeparto al controllo qualità di Alitalia, è stato il vedere tanti giochi che senza il suo intervento avrebbero dovuto essere buttati perché non funzionanti: «Uno spreco, mi sono detto: perché non proviamo a ripararli?».
E le riparazioni funzionano perché a volte basta davvero poco per rimetterli in sesto e dare ai giocattoli una nuova vita, magari saldando semplicemente un filo o sostituendo dei contatti. «Per un tecnico non si tratta di cose complicate e infatti recuperiamo l’80% dei giochi elettrici che il nostro consumismo ci spinge a buttare al macero», osserva Guido che dà anche alcuni suggerimenti, frutto di quattro anni di esperienza: «Togliete sempre le pile quando non usate un giocattolo per un po’. Le pile possono rilasciare sostanze tossiche, inoltre ossidano i contatti ed è questo uno dei danni ricorrenti che troviamo nei giocattoli che ci regalano i privati. Saldare un filo, sostituire i contatti ossidati poi è una cosa semplice». Quindi, molti giocattoli scartati potrebbero essere ancora buoni.
E Guido finora ne avrà aggiustati migliaia, così tanti da non poterli contare. Da diversi anni ormai la sua passione si è trasformata in un impegno fisso: tutto l’anno, non solo a Natale, il momento dei doni per eccellenza, passa il suo tempo tra trenini e bambole.
«Nel periodo tra novembre e gennaio abbiamo un picco di offerte di giochi, ma il nostro lavoro dura 12 mesi», continua Guido che non usa il plurale a caso. Se è vero che lui è l’Aggiustagioccatoli, a dargli una mano ci sono altri volontari che si occupano di verificare, provare e sistemare migliaia di giocattoli: «Quando non funzionano intervengo io, ma loro fanno la prima selezione perché a volte ci donano giochi che non solo non funzionano, ma sono proprio rotti e purtroppo quelli non possiamo recuperarli».
«Non solo rendo felice i bambini e i genitori, ma anche la terra», conclude con un sorriso, consapevole che il suo lavoro ha anche un importante impatto ecologico. E se un dono ha sempre un valore speciale, questi doni hanno sicuramente una marcia in più.
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