Ogni anno tonnellate di pesce, proveniente da pesca abusiva, vengono sequestrate. Per evitare che questo cibo si deteriori e rimanga inutilizzato, è nato il progetto RI-PESCATO: dal mercato illegale al mercato solidale. Un’iniziativa di Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare che mira proprio al recupero e alla lavorazione di questo pescato, distribuendolo poi agli enti caritativi.
RI-PESCATO, un progetto unico
È un progetto unico nel suo genere, che vede come capofila la Regione Sicilia. Qui infatti è partito un tavolo di lavoro con le Capitanerie di Porto siciliane, il MAAS-Mercati Agro Alimentari Sicilia, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e gli enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare.
Tutti hanno partecipato per far sì che un prodotto come il pesce, altamente deperibile e allo stesso tempo con un alto valore nutrizionale, possa essere destinato a chi vive in situazioni di difficoltà sociale ed economica. I numeri, al momento, sono incoraggianti. Durante i primi diciotto mesi di sperimentazione, RI-PESCATO ha permesso di distribuire circa 83mila pasti alle persone bisognose. Ciò è stato possibile grazie al recupero di oltre 12mila kg di pescato di frodo.
Come funziona l’iniziativa, fase dopo fase
Subito dopo la confisca, la prima fase del procedimento consiste nel conservare il prodotto dentro celle frigorifere idonee. Intanto si procede alla certificazione di idoneità al consumo umano. Ad occuparsi di questo è l’ASP, cioè l’Azienda dei Servizi alla Persona. Una fase, quest’ultima, che richiede tra le 24 e le 48 ore. Ottenuto il via libera, il pesce è trasferito con appositi furgoni refrigerati presso alcune cooperative locali. In queste sedi viene lavorato, congelato ed infine distribuito alle organizzazioni siciliane a sostegno dei bisognosi.
I vantaggi di questa filiera sono davvero molteplici. A cominciare dal punto di vista dell’impatto sociale. Grazie al progetto RI-PESCATO, infatti, è possibile contenere lo spreco alimentare, si tutela la salute, si salvaguarda l’economia del territorio e dell’occupazione. Si garantisce, inoltre, il rispetto dei valori di legalità.
Questo innovativo modello di recupero, nei prossimi mesi, potrebbe essere esteso alle altre regioni costiere in Italia, dando così l’opportunità di raggiungere uno tra i più importanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
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