Ha un nome simpatico. Si chiama PaPeRo, ma rispetto a quello che si potrebbe pensare non ha alcuna attinenza col volatile. PaPeRo ha una fotocamera per le riprese, una per il riconoscimento del volto e diversi sensori in grado di percepire temperatura, umidità, luminosità e molto altro. Ha inoltre una funzione di riconoscimento vocale e una di sintesi vocale (in pratica sa parlare). Per finire si può collegare ad un’Intelligenza Artificiale di tipo cloud.
Insomma, PaPeRo è un robot, di dimensioni piuttosto ridotte, che da qualche mese muove i primi passi in Giappone per l’assistenza alla persone anziane. Attenzione, però: non compie azioni di fatica, non si muove per la casa svolgendo le faccende. PaPeRo fa compagnia e sorveglia (nel senso buono del termine) le persone che gli stanno intorno.
Un Paese ipertecnologico ma molto anziano
Famoso nel mondo per lo sviluppo della sua tecnologia, il Giappone lo è anche per la longevità della popolazione. Qui i robot non hanno migliorato solo l’efficienza nelle linee di produzione, ma sono sempre più utilizzati nel settore dell’assistenza agli anziani. L’invecchiamento progressivo ha stimolato infatti la progettazione di robot capaci tanto di sopportare il lavoro manuale quanto di assistere il sempre crescente numero di senior nelle case di riposo.
Essere tecnologicamente all’avanguardia si è rivelato molto prezioso durante la pandemia. A causa dell’epidemia di Covid-19, molti anziani, che vivevano da soli o in case di cura, sono stati costretti a non ricevere visite di familiari e amici. Una situazione che può avere un potente impatto sulla salute mentale.
PaPeRo, un robot per chi vive da solo
A Fujieda, prospera città di 140.000 abitanti nella prefettura di Shizuoka, ci hanno pensato bene. L’amministrazione locale è corsa quindi ai ripari proponendo un compagno “insolito”: PaPeRo.
È soprattutto mediante la sua funzione di riconoscimento vocale che questo robot si è rivelato capace di aiutare le persone anziane. Le aiuta innanzitutto ad esercitarsi nella conversazione, come testimonia anche la signora Natsume Emiko: avere PaPeRo vicino, quando si sveglia la mattina, la aiuta a parlare in modo naturale. E questo le dà l’impressione di sentirsi meno sola. Senza contare che questo minuscolo robot consente agli anziani di mantenere i contatti con i loro parenti grazie allo scambio di messaggi di testo o foto. Può persino monitorare lo stato di salute e identificare cambiamenti nelle attività delle persone. Insomma, PaPeRo, grazie alla sua Intelligenza Artificiale, può comprendere cosa sta accadendo e allertare chi di dovere in caso di emergenza.
Le persone vogliono qualcuno con cui parlare
Matsuda Tsuguhiro è lo sviluppatore di PaPeRo. Lo ha iniziato a realizzare perché la madre viveva da sola, lontana e voleva in qualche modo monitorarla. E visto che la solitudine porta con sé solo tristezza, ha pensato ad un robot con cui fosse possibile parlare, interagire. Non a caso le persone usano le funzioni di comunicazione di questa macchina in media almeno 15 volte al giorno. Alcuni di loro anche oltre 50.
Potrebbe certo sorgere il timore che le macchine possano sostituirsi ai rapporti umani, ma per la NEC Corporation – la società giapponese che produce PaPeRo – robot come questo possono far connettere meglio gli esseri umani. Staremo a vedere.
(Foto di Apertura: Filmato Euronews di YouTube)
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