Il nuovo Dpcm con le prossime misure anti-Covid, il primo del Governo Draghi, è stato firmato e sarà in vigore fino al 6 aprile. Ma non è un Dpcm “last minute” ha voluto precisare durante la conferenza stampa di ieri sera Maria Stella Gelmini, attuale ministra degli Affari Regionali: «Il presidente Draghi e tutta la Maggioranza hanno voluto un cambio di passo nei tempi e nel metodo». E nuovi segnali di discontinuità nella gestione del Governo Draghi sono evidenti anche in due nomine molto recenti volte a raggiungere l’obbiettivo della vaccinazione totale: quella del Generale Francesco Paolo Figliuolo quale nuovo Commissario all’emergenza e quella di Fabrizio Curcio come Capo della Protezione Civile.
Dal 6 marzo al 6 aprile, un Dpcm che ci porterà oltre la Pasqua
Dopo il consueto passaggio alla conferenza delle Regioni e l’avallo delle istituzione politiche, il Decreto sarà valido a partire dal 6 marzo sino al 6 aprile. «È un Dpcm frutto di un confronto importante – ha dichiarato Roberto Speranza, ministro della Salute -, prima di tutto con il Parlamento. C’è stato poi un lungo confronto con le Regioni e con il nostro Comitato Tecnico Scientifico».
Intanto, già da lunedì 1° marzo sono scattati nuovi colori per alcune delle Regioni. Piemonte, Lombardia e Marche sono passate in zona arancione. La Basilicata è passata direttamente dalla fascia gialla a quella rossa. Rosso è anche il Molise. Unica eccezione la Sardegna: è la prima Regione ad accedere alla zona bianca.
Come si può intuire i divieti e le restrizioni del nuovo Decreto copriranno anche Pasqua e Pasquetta. Stavolta però sono previste alcune riaperture, anche se non nell’immediato. In zona gialla, nel rispetto di specifici protocolli, dal 27 marzo riapriranno cinema e teatri. Sarà poi possibile andare al museo anche nei fine settimana. Nelle Regioni che rientrano in fascia rossa vengono invece sospese le attività di barbieri, parrucchieri e centri estetici. Resta il “coprifuoco” alle ore 22 e fino alle 5 del mattino nelle aree gialle, arancioni e rosse.
Cinema e teatri riaprono dal 27 marzo, ma solo in zona gialla
C’è una grande novità quindi: dal 27 marzo la cultura torna a respirare “un po’ di più” ma solo in zona gialla. Gli spettacoli saranno nuovamente aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, sale cinematografiche e altri spazi all’aperto. Solo a fronte però di una prenotazione on line. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Gli eventi si potranno svolgere con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione – ovviamente – che venga assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro tra soggetti non conviventi. Inoltre, l’accesso ai musei – come annunciato dal ministro Franceschini – sarà possibile anche nel weekend, ma solo su prenotazione e con afflusso controllato. Sino ad ora erano aperti nei giorni infrasettimanali.
In zona gialla in casa sono ammessi i non conviventi, ma niente feste
Viene cancellata in zona gialla la misura secondo cui «con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Nel nuovo Dpcm restano tuttavia vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, comprese quelle legate a cerimonie civili e religiose.
Vietati i viaggi e gli spostamenti tra Regioni. Seconde case: quando è possibile visitarle
Ancora fumata nera per gli spostamenti tra Regioni. Il divieto non solo resta valido, ma il nuovo Dpcm lo proroga sino a Pasqua e Pasquetta inclusi. Come sempre le eccezioni ci sono: il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione; gli spostamenti per esigenze lavorative o ragioni di salute; le situazioni di estrema necessità.
In zona gialla, nella stessa Regione, è permessa la visita in una sola abitazione privata, una volta al giorno, fra le 5 del mattino e le 22. Possono spostarsi due persone accompagnate dai figli minori di 14 anni. Divieto totale di visite, invece, nelle zone rosse: chi ci vive non può andare a trovare a casa amici e parenti neppure per una sola volta al giorno.
Sarà possibile spostarsi nelle seconde case in zona gialla o arancione – anche se fuori Regione – purché ci si sposti solo con il proprio nucleo familiare e l’abitazione sia disabitata. Non è possibile naturalmente recarsi nelle seconde abitazioni in compagnia di amici e parenti. Resta ovviamente vietato recarvisi se per farlo si deve uscire da una regione arancione scuro o rossa.
Shopping a singhiozzo, piscine e palestre sempre chiuse
Mentre in zona rossa restano chiusi tutti i negozi – fatta eccezione per farmacie, alimentari e ferramenta -, in zona gialla e arancione i negozi sono aperti. Continuano a rimanere chiusi nel fine settimana i centri commerciali così come i mercati. Restano valide anche qui le misure di sicurezza sino ad ora adottate, ovvero il mantenimento della distanza di sicurezza, l’uso della mascherina e gli ingressi contingentati.
Sembra invece non esserci ancora luce in fondo al tunnel sia per gli operatori del settore che per gli amanti delle attività sportive. Resta sempre lontana infatti la possibilità di frequentare palestre e piscine, così come sono vietati gli sport di contatto e di squadra. Anche lo sci non riparte e restano chiusi impianti e piste.
Al contrario, sono permesse attività motorie individuali all’aperto. Parliamo di camminata, bici e corsa. Purtroppo, visto l’andamento della situazione nella diffusione del contagio, per il Comitato Tecnico Scientifico non è opportuno abbassare la guardia in questo settore. Perciò restano tutte le restrizioni del caso e se la situazione dovesse migliorare, col tempo si potrebbe pensare a lezioni individuali o su prenotazione. Chi pratica sport a livello agonistico può ovviamente allenarsi.
La sera anche i ristoranti chiudono. Permesso solo l’asporto
In tutte le aree è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 solo per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto. Resta il divieto dell’asporto dopo tale orario per bar e simili (senza cucina).
Nulla di nuovo sotto il sole invece per i ristoranti: le regole restano quelle in vigore. In zona gialla sono aperti fino alle 18 e fino alle 22 è consentito solo l’asporto. Ovviamente la consegna a domicilio è consentita ad ogni ora. Insomma, si continuerà ad andare al ristorante e al bar in zona gialla solo di giorno. Il timore è che si sviluppino assembramenti fuori dai locali, che purtroppo continuano a verificarsi nonostante questi siano chiusi nel fine settimana. Asporto e domicilio restano consentiti nelle zone arancioni e rosse. Oltre le 18, in zona gialla, l’unica eccezione è rappresentata da autogrill, mense e ristoranti negli alberghi.
Scuola, l’incognita dei contagi e la variante inglese
Pur provando a mantenere un impianto di conservazione delle misure già esistenti, il Decreto presenta delle sostanziali novità che riguardano soprattutto la scuola. L’innovazione più rilevante tocca proprio l’approccio verso la variante inglese che sembra avere una maggiore capacità di penetrazione nella popolazione pediatrica. Una variante che non sembra avere sui giovani un impatto clinico significativo, ma che diffonde il contagio in maniera più rapida nelle famiglie. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, il 54% dei contagi è legata proprio a tale variante. Proprio per questo, secondo le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico, nelle zone rosse tutte le scuole saranno chiuse e sarà disposta la “Didattica a Distanza”. La stessa modalità sarà impiegata in quei territori dove il tasso di incidenza su 100mila abitanti, in 7 giorni, si rivelerà pari o superiore a 250 casi.
Lì dove sarà necessaria la sospensione delle attività scolastiche e l’uso della DaD, ha dichiarato la ministra Gelmini: «Cercheremo di dare un supporto alla famiglie attraverso i congedi parentali… Saranno stanziate risorse superiori ai 200 milioni di euro per affrontare questo tema». Nelle altre situazioni la scuola resta in presenza secondo le direttive stabilite dai precedenti provvedimenti: in presenza per gli alunni di infanzia, elementari e medie mentre per quelli delle superiori è prevista la didattica è in presenza almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%.
(Foto apertura: Marco Iacobucci Epp/Shutterstock.com)
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