Baby Boomer, generazione X, Y, Z e Alpha… Quali e quante sono le generazioni oggi? Quali le caratteristiche che le distinguono?
Quante volte nel mondo del web abbiamo sentito o letto la parola “boomer” associata alla generazione degli over 60? Si tratta di un neologismo nato negli Stati Uniti dalla riduzione di “baby boomer”. Si riferisce a tutti coloro che sono nati nel periodo di incremento demografico, dal 1946 al 1964, fra il secondo dopoguerra e la metà degli anni Sessanta.
La nascita del termine “boomer”
“Boomer” ha cominciato ad essere utilizzato anche in Italia fra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila, prima in contesti specialistici come gli studi sociologici o demografici, poi nella stampa e nei media. Oggi è diventato anche un appellativo ironico attribuito a chi mostra atteggiamenti o modi di pensare che agli occhi dei più giovani appaiono superati. Oppure a coloro che non se la cavano agevolmente con le nuove tecnologie.
Sui social network o fra gli adolescenti, l’espressione “ok boomer” è la risposta provocatoria data agli adulti per respingere argomentazioni ritenute anacronistiche. Eppure i baby boomer sono cresciuti in un’epoca di enormi cambiamenti socio-politici, economici e tecnologici, hanno vissuto la nascita della televisione, la Guerra Fredda, i primi movimenti per i diritti civili. Questa fascia di popolazione, compresa oggi fra i 57 e i 76 anni, è in parte ancora al lavoro, in parte già in pensione, ma rappresenta una larga fetta di cittadini in molti Paesi europei e non solo.
Dopo i boomer: la generazione X
La generazione successiva a quella del boom demografico, è indicata come generazione X. Sono i nati fra la seconda metà degli anni Sessanta ai primi anni Ottanta. Questa fascia di età è considerata quella delle grandi transizioni, per aver vissuto in pieno il passaggio dalla cultura analogica a quella digitale, accompagnato da una fase storica di grande incertezza economica con i primi accenni di globalizzazione. Secondo alcuni studi, la generazione X è stata la prima a inventarsi nuove carriere in un mercato in trasformazione ma è anche quella che guadagna in media il 12% in meno dei propri genitori alla stessa età.
I millennial, generazione Y
I millennial sono i nati fra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta: cresciuti quando Internet cominciava a muovere i primi passi, insieme ai social media più rudimentali, sono stati esposti sin da subito a un contesto di innovazione e connettività. Il riferimento al nuovo millennio, nonostante la nascita di questa fetta di popolazione sia precedente al Duemila, fa riferimento al percorso educativo che la generazione Y avrebbe completato attorno alla fine del ventesimo secolo, affacciandosi al ventunesimo in giovane età ma con l’adolescenza alle spalle.
Rispetto al passato, i millennial sono immersi in un mondo multiculturale dove valori come la sostenibilità e l’inclusione sociale diventano sempre più presenti.
Generazione Z
Nati fra la seconda metà degli anni Novanta e il 2010, i giovani della generazione Z vivono un avanzamento tecnologico senza precedenti, con l’affermazione definitiva dei social media come strumento di comunicazione. Non a caso si parla di “nativi digitali” riferendosi proprio a coloro che hanno mosso i primi passi in un mondo dove l’ambiente virtuale è tanto importante quanto quello reale, in fatto di interazioni sociali, apprendimento, stili di vita. Sempre più flessibili in un mondo che cambia velocemente, sono attenti alla sostenibilità e alle diversità.
Secondo la società inglese di ricerche di mercato globali Gwi, la generazione Z sancisce il passaggio dai mass media ai social media e ai media on demand: guarda la tv soprattutto online, usa Instagram e TikTok, abbandonano Facebook che resta uno strumento usato soprattutto dalle generazioni precedenti; si sfida ai giochi online su diverse piattaforme, come Twitch o YouTube Gaming.
Generazione Alpha, i cittadini del futuro
Sono i nati dopo il 2010, figli della generazione Y o dei millennial, definiti come “nativi alfabeti digitali”, ossia coloro che hanno in mano un dispositivo digitale ancora prima di imparare a parlare o a camminare, e che sviluppano una capacità di attenzione sempre più breve, oltre a capacità relazionali diverse dal passato, dove l’ambiente virtuale si integra con quello reale. La generazione Alpha è chiamata anche “generazione di vetro”, quello che tocca costantemente per imparare, lavorare, giocare, socializzare.
© Riproduzione riservata