L’ultimo Rapporto Censis delinea una società a cui mancano coesione sociale, lavoro per i giovani, medici, infermieri e studenti. Una triste tendenza che dobbiamo avere la forza di invertire partendo dalle fasce più forti, come i senior
Scuola e università “senza” studenti: meno 7% di ragazzi iscritti a scuola negli ultimi cinque anni (dall’infanzia alla scuola di secondo grado). Sanità “senza” medici e infermieri: l’incidenza del finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale scenderà al 6,2% del Prodotto Interno Lordo nel 2024 rispetto al 6,6% di dieci anni fa. E ancora: territorio “senza” coesione sociale, una più ampia aspettativa di vita “senza” sicurezza, una società “senza” giovani.
Il 56° Rapporto Censis fotografa un’Italia a cui decisamente “manca qualcosa”. Il professor Giuseppe De Rita ha definito a proposito il 2022 l’anno della malinconia, quella sensazione esistenziale di “mancanza” o “latenza”: una fase dove non andiamo indietro, ma neanche avanti, sospesi tra nostalgia e senso di vuoto. Mancano insomma i cosiddetti meccanismi di proiezione nel futuro, che spingevano le persone a fare sacrifici per essere migliori e che adesso risultano inceppati.
Paradossalmente, tutto questo avviene in una fase che potrebbe essere di rinascita, dopo la prova individuale e collettiva a cui ci ha sottoposto la pandemia. Per contrastare il “senza” serve allora lavorare “con”, inteso in almeno due modi. Servono innanzitutto i “con-tenuti”, che aiutano a ristabilire nella società quella sensazione sospesa di incertezza e a ridare un senso individuale a quello che si fa. Da questo punto di vista, insegnanti, educatori, catechisti, allenatori sportivi, maestri di musica, ma soprattutto nonni, spesso in pensione ma sempre in attività, hanno un ruolo più importante che mai per trasmettere i contenuti. Non dimentichiamo inoltre che i nonni sono anche un importante punto di equilibrio familiare, economicamente parlando, riducendo sensibilmente l’esposizione al rischio povertà con la loro presenza, e risultano pertanto determinanti, non solo psicologicamente, nell’incoraggiare i più giovani nello studio.
E qui si viene alla seconda accezione della particella “con”, che significa insieme. La malinconia si alimenta della solitudine, delle solitudini e si sconfigge lavorando insieme, vivendo insieme, sognando insieme. Per “educare”, indispensabile ruolo delle generazioni più mature, bisogna non tanto imporre regole ma trasmettere contenuti, con la capacità reciproca di crescere insieme senza invecchiare, camminando a fianco tra generazioni. Eddie Jaku, scomparso nel 2021, sopravvissuto da ragazzo ai campi di concentramento e che a 99 anni ha scritto L’uomo più felice del mondo, una volta ha detto: «Non camminare davanti, potrei non essere in grado di seguirti; non camminare indietro, potrei non essere in grado di guidarti. Cammina a mio fianco e sii mio amico» (tratto dalla poesia Non camminare davanti a me di Albert Camus, N.d.R.). Questa è la società “con”, una società che cammina insieme e non lascia indietro nessuno.
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