In Italia, 4 famiglie su 10 non si rivolgono al dentista, con un divario importante tra Nord e Sud. Mentre al Nord solo il 26% delle famiglie rinuncia alle cure odontoiatriche, al Sud questa percentuale triplica, raggiungendo il 60%.
Questi dati, emersi dall’indagine Istat sui consumi delle famiglie nel biennio 2022-2023 e rielaborati da Key-Stone, evidenziano una situazione critica, soprattutto per le regioni meridionali.
Le disuguaglianze territoriali nelle cure odontoiatriche
Le differenze macroregionali sono marcate: se in Trentino Alto Adige l’84% delle famiglie accede ai servizi dentistici, in Calabria la percentuale crolla al 32%. Situazioni simili si registrano in Campania (37%) e Sicilia (36%). Al Centro, il 34% delle famiglie non si rivolge al dentista, mentre al Nord la media è decisamente più bassa (26%).
Secondo Francesco Cairo, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp), le cause di queste disparità sono principalmente socio-economiche. “Nel 2023, tra le famiglie non in povertà, il tasso di accesso alle cure odontoiatriche è del 69%, contro il 16% delle famiglie in condizioni di povertà”, spiega Cairo.
Le cause delle disuguaglianze
Le condizioni economiche non sono l’unico fattore determinante. Anche il livello di istruzione e la condizione lavorativa giocano un ruolo cruciale. Le famiglie con un diploma o una laurea accedono più facilmente alle cure odontoiatriche, rispettivamente con tassi del 69% e dell’87%. Inoltre, gli occupati (71%) e i pensionati (55%) mostrano una maggiore propensione a rivolgersi al dentista rispetto ai disoccupati.
“Queste disuguaglianze sono in parte attribuibili al tasso di scolarizzazione e alla condizione lavorativa”, sottolinea Cairo.
La necessità di investimenti in prevenzione e sanità
Per ridurre queste disparità, gli esperti riuniti al 22esimo Congresso internazionale della Sidp a Rimini (13-15 marzo), propongono un aumento degli investimenti in sanità pubblica e in interventi preventivi, partendo dalle scuole. “L’attività fisica può ridurre il rischio di problemi di salute orale fino al 28%, oltre a migliorare molte altre malattie croniche sistemiche”, ricorda il presidente Cairo.
Anche Silvana Sciarra, presidente emerita della Corte Costituzionale e socia corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei, intervenuta al congresso, ha sottolineato l’importanza del benessere psicofisico nella sua globalità, evidenziando come questo concetto non sia estraneo al linguaggio della Corte Costituzionale, che lo utilizza spesso in riferimento alla salute.
“Il mio plauso va all’attività della Sidp che, come formazione sociale, si batte per una parità di trattamento nelle cure, suggerendo che si abbattano le differenze territoriali e che si abbia cura dei meno abbienti, perché le disuguaglianze si accentuano laddove c’è povertà”, ha affermato Sciarra.
Cosa fare per migliorare la situazione?
Ecco alcuni punti chiave, emersi al congresso, per affrontare il problema:
– Aumentare gli investimenti nella sanità pubblica, soprattutto nelle regioni più svantaggiate.
– Promuovere campagne di prevenzione nelle scuole e tra le fasce più vulnerabili della popolazione.
– Ridurre le disuguaglianze territoriali, garantendo un accesso equo alle cure odontoiatriche.
– Sostenere le famiglie in difficoltà economica, attraverso agevolazioni fiscali o programmi di assistenza.
Impegno politico e opinione pubblica
Le cure odontoiatriche in Italia rappresentano un tema cruciale, che tocca non solo la salute individuale ma anche il benessere collettivo. Per colmare le disuguaglianze e garantire un accesso equo ai servizi dentistici, è necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni e una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
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