Sembra ormai giunto alla stesura conclusiva il Decreto di Legge unificato – dei sette presentati in Senato – in materia di tutela dei caregiver familiari. Si tratta del riconoscimento, da parte di una prossima legge dello Stato, del lavoro silenzioso di chi, ogni giorno, per anni, a titolo gratuito e con totale abnegazione si fa carico dell’assistenza di familiari non autosufficienti, nella maggior parte dei casi anziani.
In Italia sono 7,3 milioni di persone, per l’85% donne, coloro che assumendosene carichi emotivi, responsabilità, stress e ansia hanno cura di un familiare inabile. Finora senza tutele e sostegno a fronte di un lavoro che per la rilevanza che riveste, e il risparmio non indifferente per lo Stato, occorre invece riconoscere dal punto di vista previdenziale, sanitario e assicurativo.
Tra le indicazioni “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” il decreto prevede che al caregiver familiare non lavoratore sia riconosciuta la copertura di contributi figurativi, equiparati a quelli da lavoro domestico, a carico dello Stato, nel limite complessivo di tre anni. Una disposizione questa che, insieme allo stanziamento una tantum di 20 milioni annui per tre anni, è già destinata a creare non pochi malumori considerato per quanti anni può prolungarsi l’impegno del caregiver.
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