Il progetto “Curare a casa” promosso dall’Ospedale Sant’Eugenio ha l’obiettivo di garantire la continuità assistenziale dopo le dimissioni del paziente dall’ospedale. All’evento anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
Tele-monitoraggio e tele-nursing: due strade per continuare ad assistere a casa i pazienti, dopo le dimissioni dall’ospedale. É questo l’obiettivo del progetto “Curare a casa” nato alla fine del 2021 da un’idea di un gruppo di medici impegnati all’Ospedale Sant’Eugenio di Roma.
Come funziona il progetto?
Come funziona il metodo previsto dal progetto? Prima che il paziente lasci l’ospedale, l’unità valutativa segnala il caso all’unità geriatrica e stabilisce il piano di assistenza, costituendo un’apposita cartella clinica. A conclusione di questo percorso, il monitoraggio viene avviato con la collaborazione del medico di medicina generale. Il tele-monitoraggio, effettuato tramite devices consegnati al caregiver familiare istruito al riguardo, consente di identificare rapidamente emergenze cliniche gestibili a domicilio. Non solo, con adeguata preparazione, può intercettare situazioni che necessitino di ricovero ospedaliero.
“Curare a casa” è una risposta funzionale di sintesi
“Numerose esperienze di telemedicina svolte durante la pandemia Covid-19 hanno dimostrato i vantaggi dell’utilizzo della telemedicina nel migliorare l’assistenza del paziente a domicilio; sfruttando questa esperienza” hanno spiegato dalla Asl Roma 2, come riporta “Quotidiano Sanità”. “Il progetto “Curare@casa” imposta una risposta funzionale di sintesi tra tecnologia e competenza sanitaria e sociale, per creare un processo di tutoring sugli anziani fragili complessi residenti sul territorio aziendale” si legge ancora nella nota di Asl Roma2.
93.000 anziani in condizioni di fragilità
Un progetto realizzato all’interno di un territorio molto vasto che – secondo i dati di Asl Roma2 – registra una popolazione totale di circa 1.300.000 residenti. Di questi 93.000 anziani in condizione di fragilità caratterizzata da polipatologie, comorbidità, presenza di deficit cognitivi e motori e rischio di ospedalizzazione o di istituzionalizzazione.
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