Tra gli effetti della denatalità si fa strada il rischio della scomparsa dei cognomi, patrimonio culturale della storia del Paese.
Il trend costante della denatalità getta un’ombra anche sul futuro dei cognomi italiani. Secondo gli ultimi dati Istat a gennaio/giugno 2023 nati circa 3.500 bambini/e in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Dunque sempre meno Leonardo, Francesco, Sofia e Aurora (i nomi più diffusi tra i bambini negli ultimi anni secondo Istat).
Tutto questo però non influisce solo sul welfare, il sistema pensionistico e la struttura socio-familiare. Il rischio è che ci sia un’altra vittima, forse insospettabile: le storie familiari. A ragionarci bene infatti, meno figli significa anche che tra qualche generazione potrebbero scomparire i vari Rossi (nella variante Russo), Ferrari, Esposito e Bianchi, per citare i cognomi più diffusi secondo il sito di Cognomix.
La storia dei cognomi italiani
Gli oltre trecentomila cognomi italiani sono una ricchezza poco nota. Alcuni sono diffusi ovunque, altri sono caratteristici di alcune aree o regioni. Il loro uso è comunque millenario e il risultato odierno è il frutto della storia del Paese e molti derivano dal nome del padre (patronimici). Così dal genitivo latino deriva ad esempio Benedetti (figlio di Benedetto), e allo stesso modo “De” e “Di” seguiti dal nome proprio (De Benedetto) indicano la discendenza dal genitore. Nel Medioevo, poi, per indicare una persona si usava riferirsi ad una sua caratteristica, come il mestiere o il luogo d’origine. Finché nel Concilio di Trento (metà ‘500) per la prima volta si stabilisce che spetta al parroco tenere i registri di battesimo con nome e cognome dei nuovi nati.
Come scompare un cognome
Uno studio della Banca d’Italia, di Guglielmo Barone e Sauro Mocetti sulla mobilità intergenerazionale a Firenze tra il 1427 e il 2011 ha analizzato i tassi di sopravvivenza delle famiglie. Ha così scoperto che questo «dipende dalla migrazione, dalla riproduzione, dalla fertilità e dalla mortalità che, a loro volta, possono differire tra persone con background socioeconomici diversi».
Dunque, oltre alla ricchezza (che permette ad una famiglia di prosperare nel tempo), al cambio di città e alla mortalità del capostipite senza eredi in grado di trasmetterli, i cognomi scompaiono anche per il tasso di fertilità. Anche questo, a sua volta, influenzato dal benessere socioeconomico familiare. Lo dimostra ad esempio, la scomparsa dei cognomi nobiliari, che dopo un exploit nell’800 post unitario hanno iniziato un lento declino culminato con l’inizio della decrescita neonatale degli anni Settanta.
Il doppio cognome in Italia
Lo studio della Banca d’Italia si collega alla situazione demografica attuale: senza fiducia nel futuro e aiuti alle famiglie è impossibile pensare di rilanciare le nascite. Intanto per arginare il fenomeno della scomparsa dei cognomi, il Governo ha agito in due modi. Dopo la nascita, grazie al Decreto del Presidente della Repubblica 03/11/2000, n. 396, è possibile cambiare il proprio cognome e aggiungerne un secondo. Quindi anche quello materno. Il secondo procedimento è riferito al momento della dichiarazione anagrafica.
Dopo una dichiarazione della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo attribuire in automatico il cognome paterno, dal 2 giugno 2022, i neonati assumono automaticamente il doppio cognome, dato dall’unione dei cognomi dei genitori. A meno che, in accordo, questi decidano di attribuirne uno solo. Del resto da tempo l’usanza del doppio cognome si ritrova in Spagna, Portogallo e nei Paesi dell’America Latina.
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