La crisi climatica ha causato in 30 anni 765.000 morti e 4,02 trilioni di euro di danni. L’Italia al quinto posto nel mondo per l’impatto degli eventi meteorologici estremi. Dati e analisi dal Climate Risk Index di Germanwatch
Gli eventi meteorologici estremi collegati alla crisi climatica hanno causato oltre 765.000 morti in tutto il mondo tra il 1993 e il 2022. Tre paesi europei si classificano tra quelli che affrontano il più grande tributo umano ed economico dovuto agli eventi meteorologici estremi, tra cui l’Italia. Lo sostiene il Climate Risk Index di Germanwatch 2025, che dal 2006 analizza annualmente gli impatti correlati alla crisi climatica. Avvertendo che la frequenza e l’intensità dei disastri legati al clima continuano ad aumentare e queste cifre sottolineano l’urgente necessità di agire per il clima.
Un clima fuori controllo
Dal 1993 al 2022 si sono registrati oltre 9.400 eventi meteorologici estremi, con perdite economiche per 4,02 trilioni di euro. Alluvioni, tempeste, ondate di calore e siccità sono stati gli eventi più dannosi. Le inondazioni da sole sono state responsabili della maggioranza delle perdite di vita umana. Ma sono state le tempeste più violente a causare i danni economici più significativi, per un totale di 2,3 trilioni di $ (2,2 trilioni di €). Nel periodo di 30 anni considerato dal report, tre paesi dell’UE rientrano tra i primi 10 più colpiti, con decine di migliaia di morti e ingenti perdite economiche dovute alla crisi climatica. Si tratta di tre aree mediterranee: Italia, Grecia e Spagna.
Italia, un paese vulnerabile alla crisi climatica
Il nostro paese, infatti, si è classificato al quinto posto a livello mondiale per impatto degli eventi meteorologici estremi. Tra il 1993 e il 2022 ha subito la perdita di circa 38.000 vite umane e danni economici stimati in 57,8 miliardi di euro. Germanwatch evidenzia le criticità del trentennio, notevoli per i loro numeri eccezionalmente elevati di vittime associate a temperature torride. E gli ingenti danni provocati dalla siccità: incendi boschivi, calo della produzione agricola, danni alle infrastrutture e sovraccarico dei servizi sanitari e delle reti energetiche. Il rapporto sottolinea anche la gravità delle alluvioni che hanno colpito il bacino del Po nel 1994 e nel 2000.
Crisi climatica: la Grecia paga un prezzo altissimo, 34.000 vittime e danni ingenti
La Grecia, è stata la settima nazione più colpita secondo l’indice, ha subito un bilancio tragico: ben 34.000 persone hanno perso la vita tra il 1993 e il 2022. Le ondate di calore estreme del 2022, con picchi di 42,1 °C nella regione della Ftiotide, nella Grecia centrale, che hanno causato oltre 3.000 vittime. Inoltre, gli incendi boschivi, ricorrenti e devastanti, come quelli del 1998, 2007 e 2022, hanno messo a dura prova l’agricoltura e i mezzi di sostentamento della popolazione.
Ondate di calore record in Spagna
Nel corso dei tre decenni, la Spagna ha registrato un totale di 27.000 decessi e perdite economiche per 24 miliardi di euro. Il paese ha subito numerose ondate di calore estreme, con un impatto umano ed economico considerevole. In particolare, il 2003 e il 2022 hanno registrato un elevato numero di decessi dovuti al caldo estremo, nonché danni diffusi causati da fenomeni come siccità e incendi boschivi. Eventi estremamente insoliti includono la siccità del 1999 nel sud della Spagna e le gravi inondazioni del 2019 nel sud-est, che hanno causato vittime e perdite ingenti per l’agricoltura, le proprietà e le infrastrutture.
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