Il punto sulle misure volte a sostenere le persone con disabilità nel periodo dell’emergenza Covid-19 mette in luce diverse criticità. Dovute sia all’elevata differenziazione dei servizi a livello territoriale, sia alla mancata previsione di forme di controllo sull’uso delle risorse.
Per sostenere le strutture semiresidenziali per le persone con disabilità durante la fase acuta dell’emergenza Covid, nel 2020 lo Stato ha trasferito alle Regioni 40 milioni di euro. Ma solo poco più di 17 milioni sono stati effettivamente erogati alle strutture. In quattro regioni, i fondi utilizzati risultano pari a zero. È la Corte dei Conti a rendicontare come sono state spese – o non spese – le risorse stanziate per l’emergenza Covid-19 e destinate ai più fragili, nella relazione sulle misure volte a sostenere le persone con disabilità nel periodo dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e la gestione del Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità.
Il Fondo per i centri semiresidenziali per le persone con disabilità
“La situazione pandemica e le relative misure di contrasto – evidenzia la Corte – hanno causato una forte domanda di protezione sociale diffusa e di tutela delle persone fragili, inizialmente non avvertita con chiarezza”. Dopo l’iniziale sospensione delle attività socio-assistenziali, per assicurare l’accesso e la continuità dei servizi per la disabilità, il governo ha stanziato nuovi fondi per i centri semiresidenziali dedicati a persone con disabilità.
La misura – ricorda la Corte dei Conti – è prevista dal “Decreto Rilancio” (d.l. n. 34 del 2020). Il provvedimento ha infatti istituto il “Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità”, pari a 40 milioni per il 2020, da trasferire tramite le regioni ai centri territoriali per la riapertura e la garanzia della continuità dei servizi offerti. Ma l’indagine condotta dall’organo di controllo della gestione delle finanze pubbliche mette in luce che non tutti i fondi a disposizione sono stati spesi.
Un paese sempre e ancora a più velocità
“La differenziazione rilevata a livello regionale nell’uso delle risorse – spiega la Corte – riflette la forte disomogeneità che caratterizza l’erogazione dei servizi sociali”. Inoltre, “induce a ritenere che anche l’organizzazione territoriale abbia influito sulla capacità di usare efficacemente e tempestivamente le risorse statali”.
La Corte precisa che “l’obbligo di rendicontazione a carico delle Regioni e l’esercizio di funzioni di monitoraggio hanno comunque consentito la verifica della corretta utilizzazione dei fondi statali”. Così come “la riacquisizione, per un’utile riallocazione, delle somme inutilizzate al bilancio dello Stato; stante, a tutt’oggi, la mancata definizione dei livelli essenziali delle prestazioni”. Ma in ogni caso “appare difficile individuare le ragioni della parziale utilizzazione delle risorse rese disponibili”. In particolare in un settore, quello dei servizi sociali e, più in particolare, delle misure di sostegno alle persone con disabilità, “strutturalmente carente di fondi; soprattutto alla luce della finalizzazione delle stesse a spese necessarie per assicurare l’erogazione delle in condizioni di sicurezza sia per gli utenti che per gli operatori”.
In assenza dei livelli essenziali, i servizi sociali navigano a vista
La Corte osserva ancora che, durante la fase di sospensione delle attività dei centri, non ci sono state indicazioni operative o linee guida per attivare gli interventi necessari per le persone che avevano più bisogno di sostegno. Questo perché la responsabilità degli interventi urgenti è stata addossata alle aziende sanitarie, già in difficoltà a causa dell’emergenza pandemica. La riattivazione dei servizi non può dunque essere considerata sufficiente per l’utilizzo corretto delle risorse. Infatti, “la mancata previsione di momenti di verifica sull’adozione delle misure indicate e di competenze a ciò finalizzate, non consente di effettuare alcuna valutazione. E lascia presumere che dette difficoltà siano rimaste spesso a carico delle famiglie; quanto meno per il tempo necessario all’organizzazione di nuove modalità di svolgimento delle prestazioni”.
Impossibile monitorare l’impiego dei fondi destinati a persone non autosufficienti, famiglie e RSA
La mancata spesa dei fondi a disposizione per i centri semiresidenziali per le persone con disabilità non è il solo dato critico che emerge dalla relazione della Corte dei Conti. Il Decreto Rilancio ha anche incrementato il Fondo per le non autosufficienze di 90 milioni di euro per il 2020; cui si sono aggiunti 40 milioni di euro per il 2022 ai sensi del decreto legge n. 73/2021 (Decreto Sostegni-bis). Questi ultimi destinati a finanziare programmi di assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata. Anche il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare ha visto crescere la propria dote finanziaria: per l’anno 2020, di ulteriori 20 milioni di euro.
Infine, il decreto legge n. 137 del 2020 (Decreto Ristori) ha previsto l’istituzione di apposito fondo con una dotazione di 40 milioni di euro per il 2021, al fine di “fronteggiare le criticità straordinarie derivanti dalla diffusione dell’epidemia da Covid-19 e di facilitare l’acquisizione di dispositivi di protezione e medicali idonei a prevenire il rischio di contagio”. Risorse destinate alle strutture residenziali che durante l’emergenza erogano prestazioni di carattere: sanitario; sociosanitario; riabilitativo; socio-educativo; socio-occupazionale o socio-assistenziale per soggetti in condizione di fragilità. Dei 40 milioni in dotazione, 12 sono destinati alle persone over 75.
Per quanto riguarda dunque l’incremento di Fondi già esistenti, non è stato possibile svolgere alcuna verifica mirata. Questo – spiega la Corte – per la mancanza di procedure idonee ad assicurare il corretto utilizzo delle risorse per le persone con disabilità. Analogamente, non ci sono stati rendicontazione o monitoraggio per il Fondo per facilitare l’acquisizione di dispositivi di protezione e medicali; rendendo così difficile anche in questo caso la verifica della corretta utilizzazione delle risorse.
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