La prima metà di questo 2020 ci ha messi a dura prova.
Abbiamo saputo rispondere alle difficoltà, ce lo conferma un’indagine svolta dall’Istat secondo la quale tre cittadini su quattro hanno vissuto un clima familiare positivo durante il lockdown e il 79,2% ha espresso un cauto ottimismo rispetto alla risoluzione della situazione. La stessa indagine ha evidenziato una grande fiducia verso medici (86,5%) e paramedici (86,4%) del Sistema Sanitario Nazionale e verso la Protezione Civile (80,3%). Eppure, sappiamo che molti equilibri si sono incrinati, la nostra normalità è stata interrotta, e tutti i dati che ci vengono proposti dai diversi istituti di analisi e indirizzo sottolineano che l’onda lunga della crisi provocata dalla pandemia ci accompagnerà per anni.
Con sempre maggiore frequenza si parla dell’esigenza di tornare alla normalità o di costruirne una nuova della quale non conosciamo le caratteristiche. Ma l’estate che stiamo vivendo sembra tutto meno che normale; non è stato possibile progettarla come gli scorsi anni né viverla con la libertà alla quale eravamo abituati.
Al termine di questo periodo saremo tutti impegnati a costruire la nuova normalità.
Il compito più importante sarà quello di riuscire a stare nelle regole date, nei vincoli a cui dobbiamo assoggettarci, senza perdere lo slancio vitale che consente di guardare il futuro. Immaginarlo è il primo passo per costruirlo. Si tratterà di giocare su equilibri che a volte sembrano impossibili: buttare il cuore oltre l’ostacolo senza essere incoscienti; rispettare le regole senza appiattirsi sulle norme. Le perdite importanti che abbiamo subito (affetti, lavoro, libertà…) hanno reso opache le nostre prospettive. Consapevoli delle enormi difficoltà che molti italiani stanno vivendo, in questi mesi abbiamo deciso di dare risalto su queste pagine e sul portale Spazio50 alle esperienze positive, ai casi di successo, perché oggi abbiamo bisogno di essere guidati, e forse anche un po’ ispirati, dalla positività.
Questo non è il tempo delle certezze, è un tempo di ricerca che ci porterà a nuovi equilibri. La nuova normalità può partire anche dalla capacità di accogliere spunti, stimoli, indicazioni da parte di chi si è già mosso nello sperimentare strade nuove. Il rischio è quello di inciampare, fare errori, avviare iniziative e progetti che non avranno seguito. Ma forse la nuova normalità prevede proprio questo: la capacità di stare nelle incertezze per costruire, assieme, passo dopo passo, i nuovi equilibri possibili.
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