La Fondazione Gimbe ha analizzato e interpretato i dati Istat. Aumenta la spesa sanitaria a carico delle famiglie. Nel 2022, 4,2 milioni di queste ha dovuto rinunciare a controlli o accertamenti. “A rischio la salute di oltre 2,1 milioni di famiglie indigenti”.
Curarsi costa e tanti, troppi, decidono di rinunciare a controlli e accertamenti. Con un sistema sanitario sempre più debole, in cui le liste d’attesa non accennano ad accorciarsi, aumentano le spese sanitarie a carico delle famiglie, la cosiddetta spesa “out-of-pocket”: tanto che, nel 2022, quasi 2 milioni di italiani hanno rinunciato a prestazioni, per ragioni economiche. È un allarme che preoccupa, quello che arriva dalla Fondazione Gimbe, sulla base di diversi dati Istat presi in esame ed interpretati: è a rischio la salute di oltre 2,1 milioni di famiglie indigenti.
“Considerato il rilevante impatto sui bilanci familiari della spesa sanitaria out-of-pocket – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – in un contesto di grave crisi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e di aumento della povertà assoluta, abbiamo analizzato vari indicatori per misurare le dimensioni di questo preoccupante fenomeno. L’obiettivo è quello di fornire una base oggettiva per il dibattito pubblico e le decisioni politiche, oltre che prevenire strumentalizzazioni basate sull’enfasi posta su singoli dati”.
Costi troppo elevati per la salute. E in tanti rinunciano a curarsi
Complessivamente, nel periodo 2012-2022 la spesa “out-of-pocket” è aumentata in media dell’1,6% annuo, per un totale di € 5.326 milioni in 10 anni. Secondo i dati ISTAT sul cambiamento delle abitudini di spesa nel 2022, il 16,7% delle famiglie dichiarano di avere limitato la spesa per visite mediche e accertamenti periodici preventivi, o in quantità o in qualità. Nelle regioni del Sud, si arriva a picchi del 28,7%: più di una famiglia su quattro. “Proiettando sulla popolazione i dati dell’indagine campionaria Istat, sarebbero oltre 4,2 milioni le famiglie che nel 2022 hanno limitato le spesa per la salute”, commenta Cartabellotta.
Il 4,2% delle famiglie non ha i soldi per curarsi
Ancora, sulla base dell’indagine Istat sulle condizioni di vita, il 4,2% delle famiglie dichiara di non disporre di soldi in alcuni periodi dell’anno per affrontare i costi della salute. Anche in questo caso, il Mezzogiorno si colloca al di sopra della media nazionale: rispettivamente le Isole al 5,3% e il Sud all’8%, un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale. Un quadro confermato dagli ultimi dati sul Benessere Equo e Sostenibile (BES) 2023, diffusi da Istat proprio qualche giorno fa. Il 4,2% degli italiani hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, l’1% in più rispetto al 2022.
Povertà assoluta
Intanto, cresce anche la povertà assoluta: secondo le stime preliminari Istat per l’anno 2023, le famiglie in questa condizione passano dall’8,3% del 2022 all’8,5%. E Alleanza contro la povertà ha recentemente ricordato che “non si tratta di un lieve aumento, ma di un drammatico cronicizzarsi di un fenomeno che sta diventando strutturale: la povertà assoluta, 10 anni fa, riguardava infatti il 6,2% delle famiglie. Dal 2014 e oggi, quella percentuale è aumentata, fino a superare ampiamente l’8%”. È evidente che l’aggravarsi della condizione economica ha un impatto pesante e pericoloso sulla salute e riduzione dell’aspettativa di vita delle persone più povere del Paese.
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